Bossi richiama Calderoli e ricuce lo strappo: «Voteremo sì al Trattato»

Il Senatur riallinea il suo ministro: «Si fa come dico io e Napolitano spinge per la ratifica». Però ammette: «L’Ue così com’è adesso non va bene, deve dare più spazio ai popoli»

da Roma

Ebbene sì, «nonostante tutto» la Lega «voterà a favore» del Trattato di Lisbona. A dare la notizia, e a smorzare così una pericolosa polemica nel centrodestra, è Umberto Bossi in persona. Certo, dice, «l’Europa com’è adesso non va bene, non funziona, compie errori come quello delle quote late, deve dare spazio ai popoli», eccetera eccetera. Però, aggiunge il ministro delle Riforme, il voto della Camera dei Lord è stato una svolta. «Se la Gran Bretagna non l’avesse ratificato, ora il Trattato sarebbe morto, invece l’ha approvato ed è ancora vivo».
Dunque il Carroccio si allinea. «Per come le cose si sono messe - spiega il Senatùr passeggiando per Montecitorio - penso che sia diventato difficile votare contro». Ci sono le parole di Silvio Berlusconi a Bruxelles, «c’è il presidente della Repubblica che spinge per la ratifica e quindi la Lega non può passare per quella che ce l’ha sempre a morte con l’Europa». E le dichiarazioni di Calderoli? E i mal di pancia del partito? «Quando io dico di votare sì - taglia corto - tutti votano sì. Noi siamo uniti, dove vado io vanno tutti». È cambiata la linea? No, assicura Bossi. La Lega non è mai stata contro l’idea di Europa, «ma contro alcune politiche comunitarie e contro una Ue degli Stati e dei burocrati». Insomma, c’è «molto da cambiare, lo dimostra il fatto che ogni referendum che si fa si perde». Però alla fine il risultato non cambia: «Penso che voteremo per la ratifica del Trattato».
Lo strappo è ricucito. Ma per il Senatùr non c’è mai stato nulla da rattoppare, nemmeno con Napolitano: «Le tensioni del governo con il Quirinale non sono vere. E sono delle voci senza senso anche le frizioni della Lega con la presidenza della Repubblica». Tutto ok, giura, pure nella maggioranza. «Non ci sono contrasti all’interno della coalizione. Ci possono essere errori, piccolissime incomprensioni. Ma non ci sono assolutamente attriti».
Eppure nel giro di poche ore il governo è andato sotto due volte sull’emergenza rifiuti, grazie al Carroccio che ha appoggiato degli emendamenti dell’opposizione. Il ministro delle Riforme allarga le braccia. «Abbiamo voluto mandare un messaggio - racconta - per dire a tutti di mantenere la calma. E la calma non è una cosa piatta, ma è fatta di alti e bassi, è un somma algebrica... ». Il Nord non può sempre dire di sì a tutto. «Le risorse date alla Campania per lo smaltimento della spazzatura devono essere intese come un prestito, non possono essere a fondo perduto. Volevamo che passasse questo principio». Niente sconti, a nessuno: di fronte a comportamenti degli alleati che la Lega non condivide, ci sarà una reazione. «Ma non è stato un voto contro il governo», precisa Bossi. Cosa, allora? «Un avvertimento. Così tutti staranno più attenti». Quanto al futuro il Cavaliere può stare tranquillo, «non faremo problemi sul decreto sicurezza».
Resta però qualche ruggine, soprattutto dopo il varo a Palazzo Chigi l’altra sera del pacchetto per Roma. Il Carroccio ha dato il via libera con molte perplessità. Dubbi a quali adesso il Senatùr dà voce: «Era meglio se Roma si pagava da sola i suoi debiti, anche perché adesso gli altri sindaci si arrabbieranno. Sarà difficile spiegare ai loro cittadini che si mettono le mani in tasca per ripianare i conti del Campidoglio.

Roma avrebbe potuto vendere le sue municipalizzate, come ha fatto Milano, e non è che Letizia Moratti sia stata contenta di farlo». Ma Roma, in quanto capitale, sopporta spese maggiori... «E allora - conclude Bossi - che aspettiamo a creare una capitale reticolare insieme a Milano, Venezia e Torino?».

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