In fondo, basta un cuore animalista piantato nel Palazzo. Per sovvertire inettitudini e riti  stanchi, per «vedere» ciò che gli umani quasi mai vedono.
Basta un cuore, a volte. Un cuore che «sente» e sa comprendere le apparentemente piccole, ma in  realtà grandi ingiustizie del mondo cosiddetto «civile»nei confronti  degli esseri animati che  l'orgoglio umano, inopinatamente, definisce «bestie». 
Così l'ultimo scandalo in ordine di tempo scoppia a proposito dell'ormai insopportabile  tradizione romana della «botticella», e sia resa lode al ministro Maria Vittoria Brambilla che  ne amplifica la portata con una richiesta sacrosanta: fermare lo scempio, bloccare le nefandezze  compiute a danno dei cavalli, rendere la città eterna finalmente animal friendly.
Anacronistica, questa tradizione della carrozzella ottocentesca, ben più della gondola veneziana  o, magari, della «posteggia» napoletana. Anzitutto, perché in queste due ultime  nessun danno  viene arrecato a nessuno, se non al turista che (volontariamente) sopporta a caro prezzo la  goduria di una remata tra i canali o la magia di una smandolinata romantica. Un gusto  tipicamente «da turisti», uno stereotipo cui chi viene in Italia non sa rinunciare, e dunque ben  venga. 
Totalmente diverso, invece, il dramma vissuto dai poveri, spesso vecchi, cavalli delle  «botticelle»: costretti a girare nel traffico congestionato del centro di Roma, magari sotto il  sole cocente e sempre con le narici piantate nei tubi di scappamento degli autobus turistici. Animali trattati spesso con assoluto spregio di qualsiasi sentimento umano dai loro vetturini,  in virtù di una legge di mercato distorta, che poi nel nostro Paese coincide con gli interessi  corporativi di una «casta», per quanto piccola, di un minuscolo e agguerrito gruppuscolo di  lavoratori che fanno della caccia allo straniero-trota la loro attività quotidiana. 
La realtà, purtroppo,  è questa. Una fotografia che reca maltrattamenti agli animali, prezzi  stratosferici chiesti al malcapitato turista, intralcio al traffico, danni al manto stradale e  ai cittadini (le evacuazioni delle  creature, con un po' di pioggia, rendono le strade viscide  come piste di sapone, e sono numerose le cause intentate al Comune dai  motociclisti finiti  all'ospedale). 
Le lamentele crescenti da parte dei cittadini e delle associazioni di difesa degli animali,  sfociate quest'estate addirittura nell'aggressione di un vetturino a  una ragazza «rea»  soltanto  di aver chiesto perché un cavallo sembrasse così sofferente, rendono ormai  improcrastinabile un intervento del sindaco Alemanno.
A scatenare il recente interesse, anche questo un segno dei tempi, è stata la benemerita  inchiesta delle Iene, nella quale i giornalisti si sono sentiti chiedere per due ore di  passeggiata la stratosferica cirfra di 600 euro, poi «scontati» a 550. Di qui l'intervento del  ministro del Turismo, con un veemente comunicato di denuncia, che si spera il sindaco possa  recepire in pieno. «Tutte le cose hanno un inizio ed una fine - scrive la coraggiosa ministra -.  Credo che per le botticelle la parabola si possa dire conclusa».  
E prosegue: «Il fatto che questa attività venga svolta da tanti anni non è certo una ragione  sufficiente perché essa debba essere mantenuta per sempre - precisa Brambilla -, soprattutto se  non più in linea con un sentimento popolare che, negli anni, ha conosciuto una positiva  evoluzione. Occorre infatti valutare  quanto l'eventuale indotto turistico creato dalle  botticelle sia completamente superato dal danno che il loro anacronistico mantenimento crea  quotidianamente all'appeal della capitale e di conseguenza dell'Italia intera, che con essa  viene identificata dai turisti stranieri». 
«La coscienza di amore e rispetto nei confronti degli animali e dei loro diritti che si è  affermata nel nostro Paese - continua la Brambilla -, così come nell'intera Europa e in altri  continenti, rende inaccettabile al sentire comune la sopravvivenza di tradizioni che comportino  lo sfruttamento degli animali, in particolar modo se si tratta di cani, gatti e cavalli. Il  mondo, infatti, ci giudica anche per il modo in cui trattiamo i nostri piccoli amici. Non  possiamo infatti correre il rischio che venga replicato il grave danno d'immagine che il  ristorante Passetto aveva creato all'Italia quando, la scorsa estate, aveva presentato un conto  truffa a due turisti giapponesi che ne avevano immediatamente dato conto alla loro stampa  nazionale, con l'effetto che la notizia aveva fatto il giro di tutto il mondo».
Danni d'immagine, danni economici, danni ai cittadini, truffe ai turisti. Per non voler insistere con il diritto dei cavalli ad avere una dignitosa vita e, anche, una dignitosa vecchiaia. Quanto basta per dire addio alla «botticella» del tempo che fu.