Bouquet e figlie vittime del maschio

«Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera d'un artista», cantava Caparezza. Un verso che può essere accordato al cinema e ai registi affermatisi con il lungometraggio d'esordio. È questo il caso del bosniaco Danis Tanovic che cinque anni fa con No Man's Land, grottesca satira sulla guerra nell'ex Jugoslavia, ottenne anche l'Oscar come migliore film straniero. Per il suo secondo lungometraggio Tanovic, che nel 2002 aveva partecipato con un episodio al collettivo 11 settembre 2001, lascia la realtà in cui è cresciuto per misurarsi con una sceneggiatura ideata da Krzysztof Kieslowski poco prima di morire. Il grande regista polacco infatti, nel 1996 insieme al fedele sceneggiatore Krzysztof Piesiewicz aveva elaborato il progetto di una trilogia intitolata Il paradiso, L'inferno, Il purgatorio. Il primo episodio è stato già portato sullo schermo da Tom Tykwer nel dimenticato Heaven con Cate Blanchett e Stefania Rocca. Ora Tanovic, avvalendosi d'un cast d'eccezione quasi tutto al femminile (Emmanuelle Béart, Karin Viard, Marie Gillain, Carole Bouquet), se si escludono le piccole ma significative partecipazioni di Jacques Perrin e Jean Rochefort, affronta la delicata materia di un dramma familiare con rimandi alla tragedia greca. All'origine c'è la decisione di Carole Bouquet, madre di tre figlie, di denunciare il marito per pedofilia. Uscito di prigione, l'uomo, in un alterco con la donna e prima di suicidarsi, la colpirà rendendola invalida. Un episodio che segnerà per sempre le tre ragazze che non riusciranno nella loro maturità a concludere mai pienamente un'esperienza con l'altro sesso. Nel film la figura maschile è simbolo di tutto il male possibile, dell'inferno appunto, senza nessuna possibilità di riscatto. Accompagnato da uno stile di regia già maturo, sontuoso e quasi barocco, segnato da intensi primi piani delle quattro convincenti attrici, L'enfer risulta però alla fine troppo ambizioso, se non addirittura pretenzioso.

Con l'incandescente materia kieslowskiana (il destino, la colpa, l'infedeltà, la mancanza di Dio) che sembra sfuggire di mano al regista, più attento a raggiungere uno stile tecnicamente perfetto che il cuore degli spettatori.

L'ENFER di Danis Tanovic (Italia, Francia, Belgio, Giappone, 2005) con Emmanuelle Béart, Karin Viard, Marie Gillain, Carole Bouquet. 98 minuti

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