Roma

In un box al Tuscolano l’arsenale della «mala»

Pistole, revolver e armi da guerra erano custoditi da un geometra incensurato, pronte all’uso per incursioni di batterie criminali

Alessia Marani

Una Santa Barbara a disposizione della «mala»: ventiquattro pistole, di cui sei revolver, diciotto semiautomatiche, due penne pistola, quattro fucili, tra cui tre a pompa e un calibro 12 e soprattutto due armi da guerra, i mitragliatori M70; tutti in ottima condizione, perfettamente oliati, con il colpo in canna e il caricatore montato, avvolti in coperte e sistemati in scatoloni, alcuni persino dotati di silenziatore. Un arsenale scovato l’altra notte dagli agenti della Squadra Mobile capitolina in un box al civico 45 di via Fabrizio Luscino, al Tuscolano. A portare i «segugi» della seconda sezione dritti al deposito un insospettabile, incensurato, Marco Marino, geometra 35enne titolare di un’impresa edile. Era lui ad avere il telecomando del garage, trovato durante una perquisizione nella sua abitazione non molto distante, dove l’uomo vive con la compagna e una bambina piccola. Dopo tre settimane di pedinamenti, sabato scorso Marino si reca al box. Il suo atteggiamento è a dir poco sospetto. Nel breve tragitto ha lasciato la sua Fiat 500 per prendere un’altra vettura; poi ha proseguito a piedi. «È entrato e uscito - spiega Alberto Intini, capo della mobile - senza portare e prendere nulla. Qualcosa non quadrava e abbiamo deciso di agire».
A tradire Marino sono state le sue bravate notturne. «Incursioni» sulla Palmiro Togliatti per dare fastidio a trans e prostitute habitué della zona. È qualcuno di loro, probabilmente, a dare la dritta giusta agli inquirenti: «È armato e pericoloso». Gli agenti si mettono sulle tracce dell’uomo. Il cui profilo, seppure apparentemente «pulito», lascia spazio a qualche dubbio. Saltano fuori vecchie «entrature» negli ambienti vicini alla destra capitolina, conoscenze nel mondo degli ultras delle tifoserie giallorosse e biancocelesti. Qualche anno fa, Marino si becca pure una denuncia per lesioni dopo una rissa. L’altra notte, dunque, il blitz in via Luscino. I poliziotti non credono ai propri occhi. Il pensiero corre agli Anni di Piombo, quando nei sotterranei del Ministero della Sanità all’Eur spuntò fuori l’arsenale in dotazione ai Nar e agli «amici» di Abbatino & Co. Un capitolo tutt’altro che chiuso della storia recente e passata d’Italia.

Già oggi gli esami balistici presso la Dac, Direzione centrale anticrimine, potranno dare una risposta circa il possibile avvenuto utilizzo e provenienza delle armi del Tuscolano.

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