Economia

Bpi, si riunisce il cda Per la presidenza Giarda resta favorito

Anche i sindaci verso le dimissioni. Tre vicedirettori generali. Altro pacchetto Antonveneta sequestrato

Michele Boschi

da Milano

Questa sera alle 18 si riunirà per l’ultima volta, formalmente, l’attuale cda della Bpi. Come anticipato nei giorni scorsi, i consiglieri rimetteranno in blocco il proprio mandato, in vista della riunione della prossima assemblea, il 20 gennaio, che dovrà votare una nuova lista. Probabile la prossima uscita anche dei sindaci, non senza polemiche, in un lungo braccio di ferro con i dirigenti del gruppo. Quasi sicura anche la cooptazione nel consiglio di Piero Giarda, ex sottosegretario al Tesoro, indicato anche come futuro presidente della banca stessa. La rosa dei nomi al vaglio dei consiglieri - tra cui Roberto Ruozi, Paolo Gualtieri e Francesco Cesarini - si è dunque sfoltita per lasciar posto all’attuale numero 1 di Bpi Investimenti. A questo punto le richieste più importanti della Procura di Milano sembrano essere state rispettate, anche se lo sblocco del pacchetto di azioni Antonveneta potrebbe subire ancora dei ritardi, in cambio di ulteriori rassicurazioni. In particolare i magistrati avrebbero chiesto non solo segnali di discontinuità per la nomina del nuovo board, ma anche l’impegno formale da parte degli attuali membri del comitato esecutivo a non ripresentare la propria candidatura, insieme a quei manager vicini a Gianpiero Fiorani nell’orchestrare alcune operazioni fittizie, come la cessione delle quote di minoranza su cui la procura ha aperto un fascicolo per aggiotaggio sul titolo Bpi.
È probabile, quindi, che per vedere ritornare nelle casse della ex-Lodi gli oltre 2,1 miliardi di euro legati alla vendita agli olandesi di Abn del 26,5% di Padova, bisognerà aspettare le liste per il nuovo consiglio, poi sottoposte al voto degli oltre 70mila azionisti della Popolare (tra cui moltissimi dipendenti). Il timore dei lodigiani è che con un nuovo board l’autonomia della banca possa venir meno e che l’istituto possa diventare una facile preda sul mercato. Per questo, qualche consigliere (dissidente) come Enrico Tessera e Antonio Premoli, sarebbe pronto a ricandidarsi, ma senza l’appoggio dei vertici, e soprattutto della Procura.
Nulla è ancora definito anche sul fronte della corporate governance. Dal consiglio di oggi dovrebbero arrivare indicazioni più precise sulla nuova struttura di Divo Gronchi. Al fianco del direttore generale è previsto l’arrivo di 3 vicedirettori: uno per il risk management, uno per l’area mercato e uno per le operazioni. In una piramide simile a quanto attuato nella precedente gestione del numero uno presso la Popolare di Vicenza. Per quello che riguarda le liste dei nuovi consiglieri, i nomi sono top secret, in attesa di un responso positivo dai Pm milanesi. Secondo indiscrezioni i vertici aziendali e i sindacati si starebbero muovendo insieme per trovare un’intesa di massima ed evitare di lasciare la banca in balia di correnti esterne. Inoltre, in questo consiglio dovrebbe fare il proprio ingresso anche Gronchi, il promotore della svolta a Lodi, in chiave trasparenza.
Intanto la Guardia di finanza ha sequestrato circa 5 milioni di euro tra depositi e azioni Antonveneta su conti di un cliente della Bpi residente a Lodi e indagato per aggiotaggio sul titolo della banca padovana. L’imprenditore sarebbe infatti uno dei 30 concertisti che avrebbero cercato di scalare Antonveneta nella scorsa estate. Il titolare di questo conto privilegiato sarebbe stato finanziato dalla stessa Bpi per il rastrellamento dei titoli dell’istituto padovano. In questo modo avrebbe avuto un guadagno sicuro.

I clienti privilegiati sarebbero in tutto oltre 40, compresi i trenta concertisti «lodigiani» e «bresciani».

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