Bpm, Ponzellini si gioca l’ultima carta sul duale

Il presidente Massimo Ponzellini prova a tenere le redini di Bpm. Lo schema, frutto della mediazione con gli «Amici» e le delegazioni sindacali interne, rimodula la bozza di governance del 14 settembre, riequilibrando i poteri tra consiglio di gestione e di sorveglianza (articoli 39 dello statuto); ammorbiditi poi i paletti per le candidature al cdg che ora prevedono 5 anni di esperienza bancaria, finanziaria o assicurativa. In sostanza i nodi che hanno provocato il tutti-contro-tutti all’ultimo cda.
L’esito sarebbe un consiglio di sorveglianza a 18 posti (contro i 17 ipotizzati dalla bozza del 14 settembre), di cui 11 di espressione sindacale, 5 alle minoranze e due tra CariAlessandria e Credit Mutuel. Nel consiglio di gestione ogni sigla avrebbe un «manager-garante» di fiducia sotto la guida di Enzo Chiesa, promosso consigliere delegato. Alla direzione generale salirebbe quindi l’attuale vice Roberto Frigerio.
La bozza emendata, ieri sera ancora in fase di gestazione, potrebbe essere recapitata oggi ai consiglieri ma la vera partita è quella con Bankitalia, dove Ponzellini e Chiesa sarebbero attesi lunedì. Nel recente summit con i leader sindacali nazionali la Vigilanza ha infatti ribadito l’ultimatum: entro martedì Bpm deve scrivere uno statuto capace di neutralizzare l’influenza dei dipendenti-soci e a di separare la sorveglianza dalla gestione, affidando quest’ultima a un amministratore delegato forte (da più parti identificato in Matteo Arpe). In caso contrario Palazzo Koch passerà alle vie di fatto. Tutto quindi lascia pensare che il vice dg Anna Maria Tarantola non accetterà un duale troppo «edulcorato» (l’obiettivo sarebbe affidare alla sorveglianza anche i poteri di indirizzo e strappare un periodo transitorio). Senza contare che l’abboccamento degli Amici con Andrea Bonomi, cui sarebbe stata promessa la sorveglianza di Bpm in cambio della disponibilità a puntellare l’aumento di capitale, ha provocato uno scontro al calor bianco nel mondo sindacale. Con la Fabi di Lando Maria Sileoni e la Fiba di Giuseppe Gallo sostanzialmente pronte a commissariare le rispettive delegazioni di Piazza Meda: la prima l’ha «diffidata» richiamandola a condividere qualsiasi scelta con i vertici, seguita poi dalla Fiba, che ha mosso di concerto con Cisl di Raffaele Bonanni. Un atto durissimo, cui seguirà lunedì il direttivo della Uilca Bpm, voluto dal segretario nazionale Massimo Masi per ristabilire l’ordine.

Sebbene gli Amici siano un organo autonomo, l’affondo di Masi, Gallo e Sileoni indebolisce ulteriormente l’attuale «sistema Bpm» che anche Bankitalia vuole mandare al tappeto. Ieri in Borsa il titolo ha fatto un balzo del 7 per cento.

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