Malgrado lo schiaffo a Bankitalia e al cda sulla governance, il titolo Bpm riprende fiato in Borsa (+3,47% a 1,55 euro) dopo la discesa libera della scorsa settimana. Il mercato ha apprezzato il via libera allaumento di capitale da 1,2 miliardi, necessario per consentire alla cooperativa presieduta da Massimo Ponzellini di affrontare il futuro. Chiuso anche il consorzio garanzia, guidato da Mediobanca, con Crédit Mutuel, Barclays, Citi, Hsbc, Nomura, Santander, Rbs, Socgen e Bnp Paribas. Gli analisti, pur persuasi che le attuali quotazioni non rispondano ai potenziali industriali di Bpm, pensano però che difficilmente il gruppo potrà restare immobile dal punto di vista dei costi perché «non potrebbe resistere a lungo alla pressione dei concorrenti».
Un primo esame dellesito dellassemblea, che sabato ha respinto il diktat con cui Via Nazionale chiedeva di innalzare da 3 a 5 il numero delle deleghe di voto, sarà svolto oggi in comitato esecutivo. Slitta invece a mercoledì della prossima settimana, la trasferta a Roma di Ponzellini e del direttore generale Enzo Chiesa per riferire alla Vigilanza: in Piazza Meda si lavora per trovare una mediazione e inserire il nodo deleghe in una più ampia rivisitazione della cooperativa ma è probabile che dalla Vigilanza arrivi un ordine perentorio. Il vertice di Bpm non potrà che soffermarsi anche sulle dimissioni di Franco Debenedetti: lex senatore diessino sedeva in cda come indipendente, indicato dal fronte dei soci esterni. Sarà il leader Piero Lonardi a proporrà il sostituto, probabilmente al board del 5 luglio.
Bpm, prove di pace con il mercato (+3,4%)
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