da Roma
Michela Vittoria Brambilla avrà un ruolo di peso nell’esecutivo di Silvio Berlusconi. Il premier non intende rinunciare alla sua collaborazione. Ma forse la rossa di Calolziocorte dovrà avere ancora un po’ di pazienza. E come accade nelle favole potrebbe veder la sua zucca trasformarsi magicamente in carrozza di lusso. Ovvero da un semplice sottosegretariato o da una delega a un vero e proprio ministero, dopo un provvidenziale colpo di bacchetta magica meglio noto come «spacchettamento». E che ministero. Quello del Turismo, con l’obiettivo prioritario di rilanciare l’immagine dell’Italia ed in particolare di Napoli e del Sud dopo il disastro munnezza che l’ha appannata agli occhi del mondo.
D’altra parte il premier ama ripetere che i sacrifici si chiedono proprio a chi si stima di più e agli amici più cari. Ed in questo caso si tratterebbe di attendere soltanto una manciata di settimane in più. Dunque quale potrebbe essere la soluzione per non deludere le giuste aspettative dell’animatrice dei Circoli della Libertà? Dopo i tanti giri sulla roulette del totonomine, gli ultimi boatos la accreditavano come ambasciatrice del Turismo con una delega di peso al ministero dello Sviluppo Economico, appena affidato a Claudio Scajola. Ma leggenda vuole che nessuno dei ministri di Forza Italia sia disponibile nei confronti della Brambilla. E per la verità pare che neppure quelli provenienti da Alleanza nazionale e dalla Lega la vogliano nel proprio dicastero. Si tratta soltanto di voci maligne ma pare che anche l’ultimo interpellato non abbia fatto eccezione.
La questione è più complessa e non riguarda personalmente la Brambilla ma tutto il risiko dei sottosegretari e dei viceministri che non ha ancora trovato una sistemazione definitiva. Per quanto riguarda la Brambilla è il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, a confermare che la rossa «farà parte del governo» perché «merita un riconoscimento» durante la trasmissione Telecamere.
La via d’uscita potrebbe essere quella di far ricadere le competenze della delega al Turismo sotto l’ombrello di Palazzo Chigi. Non ci sono certezze ma potrebbe spuntare un sottosegretariato alla presidenza del Consiglio che in un momento successivo, soltanto dopo che il governo avrà mosso i primi passi, potrebbe assumere maggiore peso ed autonomia grazie ad uno spacchettamento, diventando di fatto un vero e proprio ministero. Quello del Turismo appunto. Un settore da rilanciare soprattutto per quanto riguarda Napoli e il sud dopo aver superato l’emergenza rifiuti e sistemato la questione munnezza. Poi bisognerà subito recuperare l’immagine della città partenopea di fronte a tutto il mondo. Si tratterebbe dunque di una missione chiave.
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