"Bravo Bondi, soldi solo ai virtuosi"

Il direttore del Festival di Giffoni: "Giusto finanziare esclusivamente gli enti che lo meritano e generano ricchezza. Gli aiuti dei privati? Ci sono ma è auspicabile un maggior coinvolgimento"

"Bravo Bondi, soldi solo ai virtuosi"

Giffoni (Salerno)Bambini da tutto il mondo scrivono «Caro Giffoni», come se si rivolgessero a Babbo Natale. Ma Giffoni non è un’invenzione né una persona fisica. Giffoni è un paesino vicino a Salerno, tirato su alla rinfusa, che sarebbe rimasto un punto ignoto sulla cartina se non fosse stato per l’idea e l’instancabile lavoro di un ragazzo, Claudio Gubitosi, che a diciotto anni si è inventato il Festival per i ragazzi. Oggi, esattamente quarant’anni dopo, quel sogno è diventato un brand internazionale, un evento di fama mondiale che non solo porta migliaia di ragazzi per quindici giorni nella piana picentina a vivere un’esperienza indimenticabile come giurati, ma viene esportato in tutto il mondo: da Hollywood all’Australia.
Ma soprattutto ha creato un indotto gigantesco per tutto il salernitano. Alberghi, bar, ristoranti vivono anche di Giffoni: un paese dove non c’è neppure un servizio taxi che richiama star internazionali come Robert De Niro e Meryl Streep, consacrato da Francois Truffaut. Quest’anno ospita (sabato) Susan Sarandon. «È proprio per questa ragione - ci spiega Gubitosi nel suo ufficio nella cittadella del cinema, mentre nella piazzetta decine di ragazzi schiamazzano in attesa delle proiezioni - che noi siamo riusciti a ingrandirci così tanto: abbiamo cercato di fare di Giffoni un prodotto industriale, una macchina che offre ai ragazzi un’esperienza di crescita importante, ma nel contempo non sperpera denari pubblici. Io dico sempre che per ogni euro che mi viene dato, ne restituisco quattro alla comunità. Un investimento, non elemosina».

Questo cosa vuol dire in termini di numeri?
«Che il Giffoni ha un bilancio annuale di 5,8 milioni di euro. Molto meno dei Festival di Roma e Venezia. E noi realizziamo non solo un evento che dura 14 giorni, ma iniziative per tutto l’anno, in diverse parti d’Italia e del mondo, nelle scuole, negli ospedali».

Certo, ma è un po’ arduo mettere sullo stesso piano Giffoni e la Mostra di Venezia…
«De Niro un anno non volle andare a Venezia e preferì venire qui. Ci fu quasi un incidente nazionale. Giffoni è all’ottavo posto tra gli eventi culturali più conosciuti in Italia. In ogni caso, voglio solo sottolineare il valore incredibile di un’iniziativa che stimola la crescita dei giovani senza buttare soldi come predica il ministro dei Beni culturali Bondi».

Che l’altro ieri ha indicato le regole per la concessione dei contributi pubblici: «Distribuzione a poche istituzioni di grande prestigio che abbiano dimensioni economiche sostenibili…». Voi ci rientrerete?
«Noi prendiamo dal ministero solo 300mila euro l’anno, quest’anno il Festival è cominciato (durerà fino a sabato 31) senza la certezza che questi fondi arrivino. Vedremo. La nostra fortuna è che la regione Campania, che ci ha (quasi) sempre finanziato con soldi propri, quest’anno ci ha destinato parte dei fondi europei a sua disposizione: tre milioni e 700mila euro. Noi, come chiede il ministero, abbiamo tutti i documenti in regola e trasparenti. Per cui mi sembra giusto che in un fase delicata come questa si faccia una scelta tra gli enti più virtuosi».

Ma un evento come il vostro non dovrebbe attrarre sponsorizzazioni private?
«Ne abbiamo parecchie, ma non sufficienti. Il nostro impegno è di allargare il giro dei privati. Non riusciamo, ad esempio, a capire perché le grandi compagnie telefoniche ed elettroniche non vengano di corsa da noi. Chiederò ai ragazzi del Giffoni di scioperare, di non usare telefonini e computer per una settimana in segno di protesta».

Intanto, vi siete aggiudicati un bel malloppo di fondi europei: 31 milioni di euro per costruire il Giffoni Multimedia valley.
«É un grande progetto che consentirà l’ingresso nel mondo della formazione e della produzione di cartoni, fiction e film con cineteche, due sale di proiezione e un museo del cinema.

I lavori partiranno a settembre e saranno ultimati nel 2014, il tutto sempre grazie al sostegno della regione Campania che ci ha girato i fondi. È un bell’esempio di sfruttamento positivo delle risorse della comunità europea».

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