Poliziotti in borghese, mescolati tra genitori in ghingheri e visibilmente commossi, assistono alla discussione delle tesi di laurea. Succede all'Accademia delle belle arti di Brera. Il motivo, come veniva raccontato ieri sulle pagine di Repubblica, evitare scontri, anche se solo verbali, o discussioni tra docenti, come accaduto in passato. Sabato mattina in calendario della prestigiosa accademia milanese era prevista la discussione della tesi in scenografia che vedeva come correlatore Edoardo Sanchi. Il professore, scenografo teatrale, cui non è stato rinnovato il contratto, ha promosso un ricorso al Tar, insieme al collega Marco Dentici, noto scenografo cinematografico, per irregolarità nel concorso indetto lo scorso novembre dalla direzione per il rinnovo del contratto. «Ci sono state delle irregolarità palesi e delle storture tecniche - spiega Dentici - nel concorso cui abbiamo partecipato entrambi per il nuovo incarico. Abbiamo quindi promosso un ricorso al tribunale amministrativo e fatto una denuncia al ministero dellistruzione». La sentenza del Tar è attesa per il 5 maggio prossimo.
«Sono sconvolto, sono stato molto male ieri per questo episodio - racconta Edoardo Sanchi - sono entrato nellaula e ho notato subito i due poliziotti in borghese, erano vestiti troppo bene per essere degli studenti e non parlavano con nessuno, stavano in disparte e mi osservavano». La direzione dellAccademia fa saper che non è la prima volta che vengono chiamati agenti in borghese in accademia: così è avvenuto per la presenza di spacciatori in università, per timore di disordini in determinate occasioni o per paura che qualcuno, approfittando di momenti di confusione, potesse intrufolarsi nella Pinacoteca. «Sono amareggiato e sconvolto per quanto accaduto... vedere dei poliziotti che sono lì per controllare me, quando chi ha commesso delle irregolarità non sono certo stato io». Il professore infatti è stato coinvolto in una discussione in passato con un collega.
«Nonostante non mi sia stato rinnovato il contratto - spiega - ho continuato a seguire i miei studenti perché me lo avevano chiesto. Il tutto senza percepire lo stipendio, così come a mie spese sono venuto a Milano per incontrare gli allievi e per seguire le discussioni.
Forse il 5 maggio sarà fatta giustizia.
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