Breve fuga di ladro gambadilegno

Ferruccio Repetti

Entra in farmacia, prende i soldi e scappa. Uno pensa: «A gambe levate». Ma come fa se lui, il rapinatore solitario, ha una gamba di legno? Difatti lo sprovveduto malvivente non ce la fa, e viene pizzicato in un amen.
Neanche il giro dell’isolato da parte di una volante della polizia: gli agenti notano subito un tipo strano, di mezz’età, col volto paonazzo e una gran fretta che non si riesce bene a inquadrare. Anche perché quel tipo arranca a fatica trascinando una gamba manifestamente fasulla.
Siamo nel pieno centro di Savona, i farmacisti hanno appena dato l’allarme: «Qui c’è stato un delinquente, armato di coltello e col volto coperto da una calza da donna. S’è fatto consegnare 800 euro in contanti, è fuggito. Ma pare che non se la cavi tanto bene con le gambe».
Urlo di sirene spiegate, la «pulla» piomba sul luogo del misfatto e si mette in caccia. Tempo venti secondi e tre decimi, l’occhio esperto del questurino punta la preda: «Non sarà mai, chissà, ma pare proprio lui».
E lui, Mario - quarant’anni malportati, un passato burrascoso e qualche conto in sospeso con la giustizia - alla vista degli agenti fa di tutto per richiamare l’attenzione: mano sotto la giacca, atteggiamento ansioso, due o tre occhiate di straforo alla pantera biancazzurra della polizia. E poi, c’è soprattutto quell’andatura claudicante che, dopo quanto hanno detto quelli della farmacia, è una specie di bolla notarile.
Gli agenti scendono, capiscono che fanno prima a catturarlo a piedi. «Ma chi te l’ha fatto fare, così conciato e male in arnese?» è la prima domanda dell’interrogatorio. Risposta pronta, anche se a voce bassa: «Ero sicuro che non se ne sarebbe accorto nessuno».
La spiegazione arriva a stento. Ma lascia il segno. Dentro. «Dopo tutto - sibila lui con un fil di voce - vivo in un mondo di indifferenza.

Quando ho bisogno d’aiuto se ne fregano tutti. Sì, magari non mi chiamano più zoppo, mi gratificano come “diversamente abile“. Ma poi, si girano sempre dall’altra parte... Per questo, credetemi, stavolta pensavo proprio di farla franca».

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