Faccio la nuda cronaca della gara? Ma no, ve la racconto attraverso le mie emozioni di mamma da sola davanti alla televisione a seguire una gara rinviata da venerdì che non parte mai e poi lo fa a mezzogiorno, quando di solito c'è la seconda manche, ed è una gara oscena, perché sembra quella delle categorie cuccioli, 45 secondi di gigante senza quasi una curva. Federica (Brignone, mia figlia) sembra effettivamente una cucciola, gira a due metri dai pali, va in salita, Dio solo sa come riesce a prendere soltanto 1"62/100 dalla campionessa olimpica Viktoria Rebensburg e a finire nona. È proprio brava mi dico, ma adesso come faccio, devo aspettare la seconda manche che partirà alle tre meno un quarto, che tardi, la macchina è già carica, devo partire per Milano, poi per Garmisch.
Nel frattempo cè anche il gigante maschile, grande spettacolo sulla pista di Hinterstoder, ma ai nostri big va di nuovo male, Blardone, Simoncelli e Moelgg fanno un piccolo disastro finendo fuori o lontanissimi, ma ci si consola con Giovanni Borsotti, classe 1990, che ieri si giocava il posto per i Mondiali e lo conquista finendo 15°, meglio di Alex Ploner, di 12 anni più vecchio. Normale che il dt Ravetto non abbia avuto dubbi su chi convocare.
Ma a proposito di giovani classe 1990, ecco, c'è la seconda manche del gigante femminile e c'è Fede da seguire, che stress, il tracciato almeno gira di più, l'ha messo giù Stefano Costazza, l'allenatore delle nostre che quest'anno stanno deludendo, dopo il podio della Moelgg nella prima gara e il quinto posto di Federica ad Aspen mai più un piazzamento nelle dieci. Un vero disastro, ma a Federica questo non interessa, lei ad ogni gara azzera il contatore, cancella il passato e non pensa al futuro. Si concentra solo sulla pista, le porte, il traguardo da raggiungere il più velocemente possibile. Ma ieri è stato diverso, come mi ha raccontato al telefono: «Ci siamo svegliate alle 5.30 e siamo andate in pista prestissimo, la gara doveva essere alle nove e un quarto, ma rinvio dopo rinvio sono arrivate le 12, più cercavo di concentrarmi e meno ci riuscivo e mi veniva l'ansia». Ansia? E quando mai? «Ma infatti, per fortuna per la seconda manche mi è passato tutto, ero nera per come avevo sciato nella prima e allora
».
Già, allora. Va bé, facciamola breve, mentre al comando della gara c'è felice Irene Curtoni (sorella di Elena, specialista delle discipline veloci e neo campionessa mondiale junior di superG), che ha recuperato dalla 25ª posizione ed è ormai nelle 10, sicura quindi della convocazione mondiale, arriva il turno di Federica. Che scia non so come, non capisco mai niente mentre scende, di solito c'è mio marito a fare i commenti tecnici, ma stavolta sono proprio sola, il cane dorme e non ho nemmeno l'aiuto del cronometro che non si ferma all'intertempo, ma io vedo solo che Fede molla tutto, non frena mai e dopo 50 secondi che sembrano eterni arriva ed è prima con 84 centesimi di vantaggio, incredibile, nessuna riusciva più a sciare su quella pista rovinata e lei ce l'ha fatta.
Ma non è finita, perché il bello deve ancora arrivare ed è che delle otto che la precedevano sette finiscono dietro, tutte tranne una, la Rebensburg, che sbagliando nel finale perde oltre un secondo ma vince lo stesso, brava. Fede è seconda e per me è bravissima, la migliore. Ma emozioni e orgoglio di mamma a parte, torniamo coi piedi in terra e vediamola dal lato sportivo. A poche ore dall'inizio del Mondiale di Garmisch (domani superG donne) questo è un risultato che ci voleva, per tutto l'ambiente, perché se è vero che lo sci è uno sport individuale e che in squadra esistono invidie e gelosie e rivalità, è vero anche che i risultati dei compagni danno la carica.
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