A questo punto non è più realtà romanzesca riuscire a cancellare i play-off, che per regolamento vengono azzerati se alla fine del campionato intercorrono più di 9 punti tra il 3° e il 4° team classificato. A 6 turni dal traguardo il Genoa, 3° in classifica, ha 8 punti di vantaggio sul 4° posto occupato da un Rimini in frenata e 10 su un Mantova e un Bologna in evidente difficoltà. Poiché l'ultima tappa del torneo prevede lo scontro diretto Genoa-Napoli, per avere la certezza matematica dell'annullamento dei play-off occorre che alla vigilia del match la differenza tra i due contendenti e la quarta in classifica sia di almeno 12 punti, sicché col pari nel big match di Marassi almeno le 10 lunghezze di distanza tra i 3° e il 4° posto restino comunque salve. Così stando le cose, non è assurdo ritenere che con i restanti 18 punti in palio la squadra di Gasperini abbia buone possibilità di aggiungerne altri 4 fra sé e la quarta sul filo di lana. E a play-off cancellati sarebbe gloria immediata sia per il Napoli sia per il Genoa, in aggiunta alla Juve. Per il Grifone rampante, insomma, continua a valere in prima battuta l'obbligo di tentare di strappare il secondo posto a un Napoli oltretutto ansimante, ma l'idea di riuscire a derubricare l'ossessionante imperativo categorico non è da buttare.
Per arrivare a tanto bisogna vincere sabato a Frosinone, dove hanno ultimamente vinto Napoli e Juventus. Impresa francamente alla portata di una squadra che contro il Verona ha beethovenianamente vinta la «nona» casalinga in fila, un autentico inno alla gloria. Ma attenzione: sarà lotta dura proprio per via dell'allarme che le sconfitte con Napoli e Juventus anno creato in casa della sorprendente matricola ciociara, che ha ora assoluto bisogno di almeno un punto per scongiurare l'insidia dei play-out.
Frattanto, ai notevoli meriti che sta accampando il brillante Gasperini in serie B fanno da contr'altare quelli che continua a sommare l'indefesso Novellino in serie A. L'organico della Sampdoria, l'estate scorsa, era potenzialmente da 6° posto. Poi è cominciato il campionato e a Novellino sono praticamente venuti a mancare la torre difensiva su cui faceva affidamento (Terlizzi), la torre d'offesa designata (Bonazzoli e/o Bazzani), il genietto decisivo (Flachi) e l'ala promessa (Olivera). Non fosse esploso Quagliarella, si sarebbe finiti con l'acqua alla gola.
Dice: il calcio di Novellino non mi diverte. Lo dicono in tanti, impietosamente immemori delle difficoltà che ha dovuto affrontare il tecnico e dimentichi che non di rado ha giocato buon calcio - a tratti ottimo, segnatamente contro Inter, Milan, Lazio, Fiorentina, Palermo - pure questa Sampdoria in emergenza pressoché costante.
Dice: era un campionato facile per via delle penalizzazioni. E allora vediamo se vi sembrano pochi i punti effettivamente sommati sul campo, in 34 partite, dai candidati alla Champion's League e alla Coppa Uefa: Inter 87, Roma 69, Milan 67, Fiorentina 65, Lazio 61, Palermo 52, Empoli 50. Siamo perfettamente in linea - e semmai oltre - rispetto ai tanto decantati campionati «in cui c'era la Juve». E la Sampdoria è lì, ottava: con 45 punti in saccoccia, che, in rapporto alle forze effettivamente disponibili, per chi sa guardare al calcio col cervello freddo valgono più dei tantissimi (Inter) e tanti (Roma, Milan, Fiorentina, Palermo) di chi la precede, Lazio ed Empoli a parte. A questo punto, rifiutandomi di allargare superficialmente il discorso alla Coppa Uefa in via diretta (e fu chi vaneggiava di Champion's League...) ritengo che l'attuale 8° posto, che a fine campionato varrebbe l'Intertoto, possa ritenersi traguardo tanto possibile quanto appetibile per Novellino e discepoli. Possibile, ad onta che non sia facile mantenere alle spalle Udinese e Atalanta. Appetibile in quanto l'Intertoto, ricominciando la serie A a metà agosto, potrebbe stavolta fungere da intrigante allenamento per il campionato. Per finire, è doveroso riconoscere a Marotta l'ottimo lavoro svolto in questi anni a livello di settore giovanile, solida promessa di positivo lavoro futuro per la società saldamente garantita da Garrone e per la squadra, la guidi chi la guidi pur che sia un sanguigno Walter (Novellino o Mazzarri), nel convinto rispetto di parametri finanziariamente sani e tecnicamente apprezzabili.
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