Alla Colisa? Tutti a piedi da Certosa. Così Sviluppo Genova e il Comune hanno studiato, per chi arriva dal centro città utilizzando il mezzo pubblico, la possibilità di raggiungere a piedi il nuovo impianto che potrebbe sorgere nellarea di Campi. Si sale in «treno» alla stazione della metropolitana di De Ferrari e si arriva allaltro capolinea, a Brin. Poi, qualche passo a piedi. Il percorso pedonale, come testimonia il progetto preliminare consegnato alla stampa due giorni fa, dovrebbe portare i tifosi direttamente al campo senza bisogno dellausilio di altri mezzi. Il problema sta proprio qui: è litinerario studiato non è dei più agevoli e, soprattutto, non è roba da poco.
Siamo allincirca su una distanza di 1,2 km. Si parte dalla stazione della metrò e si deve attraversare una porzione del quartiere di Certosa, via Fillak fino al cavalcavia ferroviario e al semaforo che apre le porte al vialone alberato. Dopo, lattraversamento per entrare in via Campi. E sino a qui nessun problema di sorta: i marciapiedi sono larghi e il passo agevole. Superato il semaforo, una volta in via Campi, è tutta unaltra storia. Due marciapiedi stretti consentono il passaggio di un pedone alla volta sino ad arrivare ad un altro voltino ferroviario sotto al quale transitano auto sui due sensi in maniera alternata. Non cè spazio per far passare una macchina, figurarsi decine di persone assieme.
La strada si stringe, il marciapiede sparisce. Si fa unaltra decina di metri ed ecco laltra sorpresa. Un attraversamento, privo di impianto semaforico, sulla strada di sponda sinistra del Polcevera: strada a scorrimento veloce e quindi altamente pericoloso per le persone che attraversano. Si passa sulla passerella che attraversa il torrente e una nuova insidia tocca il tifoso-pedone che anche dalla parte opposta trova un attraversamento sulla strada di sponda destra (attualmente in costruzione). Si entra in via Greto di Cornigliano e si procede a piedi, senza marciapiede su una strada trafficata da camion di piccola portata: via Lorenzi, passaggio sotto il ponte Morandi in direzione di via Ferri.
Anche qui nessuna passerella riservata ai pedoni in una strada dove i mezzi scorrono a velocità elevata facendo slalom tra i piloni su cui poggia lautostrada. Strada lunga e, soprattutto buia, che sarebbe da riqualificare. Uscendo da via Lorenzi, incrociando via Ferri, appare il gasometro tanto caro a Marta Vincenzi che vorrebbe rimanesse come impianto nel quale realizzare anche un museo di arte contemporanea.
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