Rignano Flaminio - Urla di gioia e pianti isterici, brindisi e rabbia. Alla notizia della scarcerazione delle tre maestre, dell’autore tivù e del benzinaio cingalese, Rignano Flaminio sembra uscire dall’incubo. Da una parte gli innocentisti che hanno difeso a spada tratta Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Silvana Candida Magalotti, la bidella Cristina Lunerti, Gianfranco Scancarello e Kelum Weramuni De Silva. Dall’altra i sostenitori delle famiglie degli alunni che hanno denunciato gli abusi nella materna comunale Olga Rovere. Che, per bocca della vicepresidente dell’associazione genitori, dicono di avere ancora «fiducia nella giustizia» ma avvertono: «I nostri bambini soffrono. Vogliamo sapere per colpa di chi sono stati ridotti in questo stato». Nel tardo pomeriggio, sulla piazza del Comune, decine di persone hanno dato vita a caroselli di auto come ai «mondiali» del 2006. Aria di festa nella cittadina a nord della capitale, tanto che centinaia di persone si sono concentrate nel teatro vicino alla scuola per organizzare striscioni con scritto «bentornati a casa». Quasi un anno di angoscia per tutti, da quando cominciano a circolare pesanti accuse nei confronti degli insegnanti. Una ventina di genitori, in più tempi, denunciano presunti abusi sessuali nei confronti di altrettanti ragazzini dai 3 ai 5 anni. Chiacchiere di paese, all’inizio, che diventano una drammatica realtà quando piombano a scuola i carabinieri di Bracciano per piazzare telecamere e microspie. Otto mesi di indagini fra veleni, fino a ieri, quando il Tribunale del Riesame annulla il provvedimento di custodia cautelare in carcere per cinque dei sei indagati. Tra una settimana verrà discussa anche la situazione della Lunerti la cui richiesta è stata presentata in ritardo. Insomma, tutto da rifare?
«Le indagini continuano, certamente non si fermano qui» chiosa il capitano dei carabinieri Emanuele de’ Ciuceis, comandante della compagnia Bracciano. Prudente la reazione dell’associazione dei genitori, l’Agerif: «Aspettiamo di conoscere le motivazioni della sentenza di scarcerazione», spiega il vicepresidente Arianna Di Biagio.
Festa grande al bar dello sport di proprietà di Alfredo Magalotti, marito di una maestra. «Silvana ti aspetto - ha gridato inginocchiandosi davanti al televisore - Siamo gente perbene, grazie Rignano». Poi l’uomo abbraccia il portavoce del comitato pro-indagati, Michele Angileri. Un capannello si è diretto verso Rebibbia per accogliere i concittadini di nuovo in libertà mentre il parroco, don «Enry», è ricomparso sul motorino dopo settimane di assenza.
L’altra faccia della medaglia? «I bambini. Stavano male prima, stanno male oggi - dice Roberta Lerici dell’Agerif -. Le ultime perizie parlano di danni irreversibili. È una storia di grande dolore e pretendiamo rispetto per le famiglie e i loro bambini cui è stata distrutta l’infanzia». Qualcuno non ci sta: «I nuovi arrivati, i romani, vengono qui a inquinare il nostro tessuto sociale» dice Mariangela Malatesta, collega d[/TESTO]elle maestre indagate.
La “pasionaria”, la maestra Nunzia Pellegrino, è addirittura raggiante: «Sono felice - dice - perché esiste una giustizia. Ho avuto un attimo di sfiducia e oggi per me questa è stata la più grande gioia. Per assurdo sono contenta che sia toccato alle colleghe perché abbiamo potuto dimostrare, conoscendole, che tutto era inverosimile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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