Brogli, allarme rosso all’estero Illeciti e compravendita di voti

Cartelle elettorali recapitate con modalità fuorilegge Ritardi, sviste ed errori in Europa e in Sud America

Brogli, allarme rosso all’estero Illeciti e compravendita di voti

da Milano

Brogli, è allarme rosso. Ogni giorno arrivano al Giornale decine di segnalazioni di irregolarità da parte degli italiani all’estero che hanno ricevuto i plichi elettorali. Da Colonia a Bruxelles, da Buenos Aires a Manchester passando da Glasgow. «Ho ricevuto oggi il plico elettorale dal consolato di Glasgow (spedito due giorni in ritardo...) - scrive Gianluca - l’unico foglio di istruzioni non è quello valido solo per gli elettori temporaneamente all’estero», aggiunge, visto che dice di utilizzare «esclusivamente la matita copiativa», che non c’è, e aggiunge che non è possibile «esprimere preferenze». Insomma, un disastro. Al quale si aggiunge che «io e mia moglie abbiamo ricevuto due copie delle liste della Camera e nessuna di quelle del Senato». E sul termine per la restituzione del plico? Buio pesto. «Per il Viminale entro il 10 aprile - conclude Gianluca - mentre la legge fissa il 3 come termine ultimo. Mah!».
Da Glasgow a Bruxelles, stessa lingua. La denuncia stavolta arriva da Riccardo Albelice, candidato Pdl per la circoscrizione Europa: «Ci sono furti di plichi elettorali direttamente dalla cassetta della posta e c’è una specie di mercato nero del voto, una vera e propria compravendita delle schede che rischia di condizionare l’esito finale del risultato politico».
Il «furto» avviene perché, contrariamente a quello che prevede la legge, i plichi, molto grandi e riconoscibili perché di colore bianco, «spediti il 26 marzo per raccomandata finiscono nella cassetta della posta, anziché essere consegnati a mano al legittimo destinatario». E chi vuole entrare comunque in possesso di schede altrui le compra: «C’è un giro di malavitosi - scrive Albelice - che come nel 2006, quando non può prelevare i plichi li compra da chi li ha già ricevuti». Il prezzo? Dai 5 ai 500 euro.
In Sud America tiene ancora banco il caso dei misteriosi 120mila plichi stampati in più. La quasi totalità sarebbe stata già distrutta, ma il responsabile Pdl del voto per gli italiani all’Estero, Barbara Contini ha già annunciato che pretende chiarezza sull’accaduto, visto che la stessa anomalia potrebbe essersi verificata in altre parti del mondo. «Nei giorni scorsi ho scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendo il suo intervento istituzionale».
Da Madrid un italiano segnala: «Ho trovato nella cassetta delle lettere un plico a nome mio, dopo due giorni un altro a nome di mia moglie e quello a nome di mio figlio non è mai arrivato. Piccolo particolare. Ambedue i documenti elettorali ci sono giunti “fuori tempo massimo”. Abbiamo votato e inviato la busta all’indirizzo prestampato. Speriamo nella buona sorte».
Anche la tradizionale efficienza tedesca è messa a dura prova. Secondo un connazionale di Colonia, qui il problema riguarda il Senato. Le schede azzurre sarebbero state «recapitate anche a ragazzi non ancora 25enni». Le stesse schede, secondo l’elettore italiano, conterrebbero un errore. Che sarebbe stato però segnalato soltanto dopo che alcuni italiani, diligentemente, avevano già espresso il loro voto. «Abbiamo comunicato via e-mail i nostri nominativi, ma dal Consolato non mi hanno assicurato al 100% che le schede sbagliate e già votate verranno distrutte. Sono amareggiato, anche perché questo mette a rischio anche la segretezza del voto».


L’ultima conferma arriva dall’onorevole Antonella Rebuzzi, candidata Pdl al Senato in Europa. «A Manchester mi hanno detto che ci sono persone con buste della spesa piene zeppe di plichi, da vendere al miglior offerente. Il ministro degli Esteri D’Alema deve intervenire subito».
felice.manti@ilgiornale.it

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