Notizie sparse sulla scuola primaria (ex elementare ed ex media) raccolte negli ultimi sette giorni ascoltando parenti, amici e conoscenti. Linsegnante di italiano è andata per le vacanze estive al suo paese dorigine, in Puglia, e a settembre non è ritornata. Non ritornerà più. Colleghi e famiglie non ne sapevano nulla. Alla ripresa delle lezioni la sostituisce una supplente che proviene dalla Sicilia. Ha lasciato a Palermo il marito e tre figli, affidati alle cure della nonna. Il più grande ha 11 anni, il più piccolo appena 20 mesi. Dopo aver telefonato a casa, piange. Ha la mia solidarietà: 1.400 chilometri per guadagnarsi il pane mi sembrano tanti. È come se una maestra di Lodi fosse chiamata per una supplenza a Birmingham o a Sofia. Mi assicurano che la maggioranza delle supplenti arrivano dal Sud, convocate per telefono dalle direzioni didattiche.
Linsegnante di tedesco non si vedrà prima di due settimane. Non si trova. Poco male: a Milano, a quattro giorni dallinizio dellanno scolastico, oltre 250 docenti non si erano ancora presentati. Per coprire le cattedre di italiano, le autorità scolastiche hanno interpellato più di 1.000 professori: hanno risposto in 33. Ne sarebbero serviti non meno di 509. Dice: «Ragazzi, facciamo lappello?». Sì, ma di chi?
Linsegnante di tecnica al primo giorno di lezione aveva già dettato agli alunni un elenco di 21 oggetti da comprare. Lindomani il numero degli acquisti è quasi raddoppiato. Al confronto, la lista della spesa allEsselunga di ritorno dalle ferie sembra un telegramma. Tra quaderni ad anelli, cartoncini 50 x 70 (manifesti stradali, in pratica), fogli da disegno rigorosamente ruvidi, gomma pane, tempere ciano e magenta, figura il balaustrino. Affannosa ricerca sul dizionario: compasso di precisione usato per tracciare circonferenze di piccolo raggio. Ah sì, anche le matite capillari. Devono essere state inventate da qualcuno del ramo dei Faber-Castell o degli Staedtler che avrebbe voluto dedicarsi alla flebologia. (La memoria dello scrivente torna a una matita, lunica in dotazione, che gli fu venduta quaranta e passa anni fa dalla tabaccaia come H2 e che invece aveva, almeno sui fogli del quaderno fornito dal Patronato scolastico ai figli delle famiglie povere, leffetto di una bomba H: li bucava. Ne seguì un pianto a dirotto sulle scale di casa).
Dopo aver fatto presente, allatto della preiscrizione, di voler studiare come seconda lingua straniera il tedesco o, in alternativa, lo spagnolo, allalunno di prima media viene assegnata dufficio la sezione dove sinsegna il francese. Chi chiedeva il francese dovrà accontentarsi dello spagnolo. Chi chiedeva lo spagnolo sarrangerà con tedesco o francese. Tutti impareranno linglese. Non si comprende in che cosa consista la scelta delle lingue.
Per soprammercato, lo studente dovrà sorbirsi il francese anche durante il tempo prolungato, nonostante avesse domandato dessere ammesso al laboratorio pomeridiano di informatica, o di inglese, o di tedesco, o di spagnolo. Gli è andata ancora bene. Alla sorella, che tre anni prima nella stessa scuola aveva manifestato uguali predilezioni, toccò il laboratorio di uncinetto, affidato non scherzo allinsegnante di lettere. Cartonaggio e riciclaggio della carta le altre discipline del medesimo laboratorio.
Intoccabile totem della scuola, il laboratorio consente a molti docenti di lettere, che insegnano la principale delle materie per sole 9 ore settimanali, di raggiungere agevolmente le 18 ore contrattuali e la conseguente retribuzione piena a fine mese. Essendo il laboratorio «luogo o ambito in cui si elaborano e si producono esperienze innovative» (Zingarelli), ecco qui alcuni altri esempi di corsi pomeridiani: suoni, gessi e parole sulla prima guerra mondiale; mi faccio lo spot; espressione corporea; danze popolari; danze popolari francesi; città amica dellinfanzia e delladolescenza; autoproduzione di un detersivo ecologico; educazione allEuropa; educazione alla mondialità; educazione al consumo; educazione alla pace.
Questi laboratori fanno il paio con certi progetti per il 2007 decisi dal ministero della Pubblica Istruzione. Tre su tutti. Il primo: «La Polifonia della Traduzione...». Spiegazione: «Il progetto nazionale nasce con lintento di rendere più accattivante lo studio delle discipline umanistiche e scientifiche, come argine contro la parcellizzazione del sapere e per il potenziamento e lampliamento dellofferta formativa». Il secondo: «Progetto Interfaccia Scuola». Spiegazione: «Il Programma Interfaccia Scuola si propone di sviluppare nei dirigenti scolastici e nei docenti la capacità di analisi e di autovalutazione delle competenze richieste dalle attività di comunicazione». Il terzo: «Progetto C.A.R.E.». Spiegazione: «Il progetto R.I.So.R.S.E., affidato dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici - Area Autonomia - ai nuclei territoriali della istituenda Agenzia nazionale per il supporto allautonomia scolastica (ANSAS) ex IRRE, intende realizzare progetti di ricerca in collaborazione con chi la svolge prevalentemente (Università, Centri di Ricerca, Associazioni disciplinari, Centri di ricerca aziendali ed altro). I temi individuati vedono impegnati docenti, studenti e ricercatori, nelle loro specificità di ruolo, costituendo comunità di pratica non legate alla singola realtà scolastica e con lutilizzo della metodologia laboratoriale G.O.P.P. (Goal Oriented Project Planning). La denominazione più coerente del progetto, per questa annualità, è C.A.R.E. Curricoli Aperti alla Ricerca Educativa». Punteggiatura, maiuscole, sigle, parole e musica del ministro Giuseppe Fioroni, che sottoscrive mettendoci la sua faccia. Lo facevo una persona seria, se non altro perché è un medico, ma anche per via di quegli occhialini risorgimentali che gli ornano la punta del naso: dalla nascita della Repubblica, lunico titolare della Pubblica Istruzione che ebbe il coraggio dinforcare i pince-nez fu il socialdemocratico Pier Luigi Romita, e ancora me lo ricordo. Invece mai aspettarsi molto da un politico che sul sito ufficiale del governo italiano - quello in cui scrivono «ha» (voce del verbo avere) senza la acca - viene presentato come «Beppe», manco fosse uno del bar Sport.
Ultimora: le scarpe da ginnastica devono avere la suola bianca.
Stefano Lorenzetto
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