Da Mortadella a Mozzarella: poi dicono che Prodi non cambia mai. Non è vero. Stanco di sentirsi dare del salume in giro per l'Italia, il premier ha compiuto una svolta storica, roba che al confronto Togliatti a Salerno tirò dritto come un fuso: basta con gli insaccati, chiamatemi formaggio.
Anzi formaggino, come il fantasma che in effetti, di questi tempi, ha più consistenza politica di lui. Come tutti i momenti importanti, anche la svolta lattiero-casearia di Prodi è stata segnata da un'intervista a un quotidiano internazionale. Infatti è confidandosi col giornalista dello spagnolo El Pais, che il nostro premier ha annunciato il grande cambiamento del menu all'emiliana: minestrone di alleati? Spezzatino di contribuenti? Zuppa di tasse? Scamorze in auto blu e coalizione ridotta allo squacquerone? No, niente di tutto questo. Tra le decine di metafore gastronomiche possibili il premier ha scelto quella della mozzarella («Governo come se facessi una mozzarella», dichiara). E così l'alta diplomazia europea da oggi s'interroga basita: perché proprio la mozzarella? Ma soprattutto perché non più mortadella? Forse perché, in quanto mortadella, teme di essere fatto a fette dagli italiani ogni giorno più inferociti?
In realtà è Prodi che sta facendo a fette gli italiani: ma lui, governando da mozzarella, non se ne accorge. Chiamatela pure, se volete, mozzarella fusa. E infatti si scioglie in lacrime lamentando che ce l'hanno tutti con lui. E qui, la diplomazia europea ha un altro sussulto: che gli avranno fatto? Non l'hanno pastorizzato bene? L'aggiunta del caglio non funziona? Macché: mozzarella Prodi ce l'ha con giornali e Tv che, a sentir lui, se lo condiscono in insalata. Olio, sale e soprattutto pepe. Insomma che modi, pensa il premier. Non si tratta così nemmeno un caciocavallo.
Poco importa che al Tg1 sia appena stato nominato il direttore che lui voleva. Poco importa che, tanto per dire, quel medesimo direttore gli abbia concesso alcuni aiutini non da poco. Poco importa che il Corriere abbia apertamente fatto una scelta di campo col centrosinistra. Poco importa che Repubblica continui a far Repubblica difendendo a spada tratta (e che spada: Eugenio Scalfari) persino una finanziaria sinceramente indifendibile. Poco importa: Prodi è davvero convinto che tutti i media ce l'abbiano tutti con lui. Poverino: si sente tanto mozzarella. E invece finisce per far la figura del provolone.
Certo: forse bisognerebbe che qualcuno si prendesse il penoso incarico di spiegargli che se fa la figura del provolone la colpa non è dei giornali né della Tv. Al massimo di madre natura. Ma trattasi di impresa difficile. E forse impossibile. Del resto Prodi, con sprezzo del pericolo, nell'intervista a El Pais, cita come dimostrazione del fatto che i mass media lo maltrattano il caso Telecom. Ora, vi pare? Non è un argomento su cui farebbe bene a tacere? I giornali e le Tv sono state fin troppo buone per quello che ha combinato. Ricordate? Altro che mozzarella. Lì governò come minimo da gorgonzola. E, infatti, sentiamo ancora adesso un po' di puzza.
Comunque, se proprio ci tiene, affrontiamo di nuovo il tema. Il premier formaggiaio accusa i giornali («salvo l'Unità») di aver taciuto il fatto che lui era spiato dalla Telecom. Non è vero che i giornali hanno taciuto. Comunque, adesso lo abbiamo scritto di nuovo: Prodi era spiato dalla Telecom, come mezza Italia, per altro, da De Benedetti a Bobo Vieri. Bene, spalmata questa notiziola come si spalma lo stracchino, passiamo a qualcosa di più solido. Magari al grana. Anzi, alla grana: il piano Rovati. Ne parliamo? No, quello non conta, sostiene il Professore. E spiega: «Non sapevo nulla, ma se anche lo avessi saputo che importanza aveva? Sono riusciti a dirottare il dibattito sul fatto che io sapessi o meno, se mentivo o dicevo la verità, che in fondo è qualcosa senza importanza». Ma sicuro: senza importanza. Mentire o dire la verità è senza importanza. Si vede che al catechismo di Bologna hanno cambiato anche i dieci comandamenti. Ottavo: non dire falsa testimonianza, ma se la dici è senza importanza. E nei tribunali? Nuova formula: giuro di dire tutta la verità, ma se non la dico è senza importanza.
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