Via Mercalli, centro di Milano, ore 12 e 35. Una Croma tutta nera arriva veloce e si ferma pochi metri dopo l'entrata della clinica Capitanio. Si aprono le porte e scendono in due, resta a bordo l'autista che accosta sulla sinistra in fondo alla strada per aspettare il loro ritorno. Uno dei due è Gianluigi Buffon. A Milano fa freddo ma il cielo è azzurro. Lui sorride e si guarda in giro percorrendo i pochi passi che lo separano dalla porta d'entrata della clinica. Zoppica, zoppica in modo vistoso e ogni tanto una smorfia di dolore attraversa il suo viso e gli occhi dello stesso colore del cielo si stringono per non smettere di sorridere. Cosa ha fatto in clinica o come è andata la visita non lo sappiamo. Insomma niente di nuovo o quasi.
E'passato poco tempo dall'annuncio choc di Gianluigi Buffon, capitano dell'Italia di Dublino, lungo il viaggio di ritorno da Croke Park a Coverciano. "Gioco col menisco rotto e fa male ma ora non posso operarmi: c'è la Champions. Vado avanti finchè posso" è il bollettino firmato dall'interessato che fa scattare subito l'allarme rosso. L'espressione «vado avanti finchè posso» sembra molto vaga ed invece nasconde una scadenza fondamentale per Buffon e per la stessa Juventus: Gigi non vorrebbe perdere l'appuntamento Juve-Inter fissato in calendario il 5 dicembre (subito dopo, l'8 dicembre per Juve-Bayern, forse snodo decisivo del girone di Champions). L'intervento chirurgico potrebbe essere programmato per i giorni successivi in modo da consentire al portierone di recuperare nel corso della sosta natalizia. La portata dell'infortunio è modesta.
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