LInter è tornata a contare. Fa sorridere meno (per le sue disavventure) e invita alla gelosia. Difficile altrimenti spiegare lultimo concentrico tiro al bersaglio che sta convergendo contro i nerazzurri. Sì, quello scudetto preso a tavolino e cucito sulle maglie è indigesto a tanti. Da Roma non sono stati risparmiati schiaffoni. Cragnotti, nel libro delle sue memorie, ha svelato che Moratti lo chiamò alla vigilia di Lazio-Inter del 5 maggio 2002. «Mi disse che voleva acquistare Nesta. Risposi che avevo già unofferta della Juve, gonfiandola un tantino. Lui non battè ciglio e confermò che ci saremmo visti dopo la partita per definire laccordo. Poi Moratti non si fece più vivo». Certo, quella telefonata, proprio alla vigilia della partita, non è di belleffetto. Peccato che Cragnotti abbia raccontato una bugia accertata. Sul resto non si sa. Con Moratti si vide, eccome, a Milano l8 luglio 2002, proprio per discutere dellacquisto di Nesta da parte dellInter. Storia finita sui giornali. Lui e il figlio incontrarono Moratti, Ghelfi e Oriali. Laffare non andò in porto perché Cragnotti voleva Zanetti più 30 milioni di euro. Moratti ne offrì 25 e un altro giocatore. Strano che Cragnotti non ricordi un incontro così significativo. Di certo ricorderà la trattativa che portò Nesta al Milan.
Invece Chiara Geronzi ha ricordato, in uninterrogatorio, che Mancini è stato azionista della Romafides, società da cui è nata la Gea. Ieri lo ha ripetuto Zeman. Vero, ma Franco Zavaglia, procuratore sotto inchiesta appunto per il caso Gea, ha ricordato che lallenatore non cera più quando è nata la Gea. Confermato dallinteressato. Dario Canovi ha ricordato che Geronzi è stato un grande protettore del tecnico, ma questo conta poco se Mancini non era più socio quando la Gea ha cambiato faccia e facce e, soprattutto, prima di arrivare sulla panchina di Moratti.
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