Bunker, grotte e cunicoli: regno sotterraneo dei clan

da Locri

Un regno sotterraneo, le «città nascoste» dei clan. Il ritrovamento di ieri di un bunker segreto sotto un’abitazione di San Luca non stupisce. Sotto l’Aspromonte sono stati scoperti vari rifugi per gli uomini della ’ndrangheta che intendono sfuggire alle maglie della giustizia. Nei mesi scorsi un altro bunker era stato scoperto dai carabinieri del reparto territoriale di Locri proprio nel territorio di San Luca, in contrada «Ricciolio», anche quella volta al di sotto di un’abitazione. Altri bunker sono stati in passato ritrovati in vari centri della Locride e, soprattutto, a Platì, centro preaspromontano del Reggino, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Alcune di queste strutture erano state concepite con sofisticatissimi sistemi per l’ingresso. Uno dei tanti consisteva in un meccanismo attivabile con aria compressa che veniva fatta entrare nei pistoni attraverso un piccolo foro praticato in una parete. Sembrava un normalissimo buco lasciato da un chiodo sul quale appendere un quadro. Platì è comunque il paese che ha fatto maggiormente parlare di sé proprio per bunker e nascondigli: ne sono stati trovati molti annessi ad alcune abitazioni di latitanti. Nel luglio 2002, vennero scoperti dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria alcuni cunicoli, una vera e propria «città nascosta», venne scritto all’epoca, nel sottosuolo di Platì.

Si trattava di un complesso dedalo di grotte e di passaggi segreti che, secondo gli inquirenti, mettevano in comunicazione le abitazioni dei latitanti delle cosche, soprattutto quelle dei loro capi, ad un vallone posto fuori dall’abitato.

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