Leggi il settimanale

Un buon Consiglio: fidatevi di questi politici

(...) Soprattutto, mi sembra molto migliore di quello passato. Giovane - anagraficamente o politicamente - fresco, rosa e rinnovato. Insomma, difficile volere di meglio.
Provo ad analizzarlo, nome per nome, consigliere per consigliere, a partire dall’opposizione che avrà il compito importantissimo di incalzare per cinque anni Claudio Burlando per impedire alla Liguria di scivolare definitivamente all’indietro e nel passato. Partendo dal Pdl, Matteo Rosso e Raffaella Della Bianca, sono due sicurezze, due voci che non sono mai mancate quando c’è stato da criticare, due Che Guevara (se non si offendono) della politica «duri, senza mai perdere la tenerezza). Giovani e belli (oddio, Matteo non tantissimo) ed estremamente determinati. Soprattutto, non paurosi. Ce ne vorrebbero. Poi, c’è il tris del Tigullio: Franco Rocca deve emendarsi dal ruolo troppo istituzionale di segretario di presidenza, ma a suo merito va l’exploit dell’elezione che nessuno gli avrebbe pronosticato: chapeau. Gino Garibaldi e Roberto Bagnasco sono due gentiluomini, due signori della politica, bravissimi sul territorio e nel sociale. Ora, sta a loro farsi sentire anche in aula. Piccolo particolare di soddisfazione ulteriore per il Giornale: tutti e cinque gli eletti a Genova e in provincia, hanno investito pubblicitariamente su queste pagine.Segno positivo: per loro e per noi. Oltre che per i nostri pubblicitari.
Da Savona - dove la battaglia del senatore Franco Orsi per mettere in lista Rosavio Bellasio, che sembrava decisiva per vincere la Regione, non ha portato neppure all’elezione dello stesso - arrivano la dolcezza boccoluta e bionda di Roberta Gasco e la durezza programmatica di Marco Melgrati. Il sindaco di Alassio è uno che non ha paura di dire cose anche politicamente scorrettissime. A volte, fin troppo, tanto che in un’occasione è stato costretto a pubbliche scuse. Ma, insomma, in consiglio regionale si candida ad essere il nuovo Plinio, quello che fa ammattire la sinistra (e Valter Ferrando, medico piddino di Crevari, simpatico e molto sanguigno, si candida a fare il Cola della situazione). Insomma, benevenuto Melgrati. Alla Spezia, Gino Morgillo si confermerà un ottimo consigliere e, con la sua esperienza abbinata alla voglia di dare battaglia, si candida a un ruolo da vecchio saggio. Insomma, il migliore degli spezzini possibili.
Da Imperia, invece, arriverà la forza tranquilla di Marco Scajola - recordman assoluto della Regione - e di Alessio Saso, vera sorpresa delle elezioni che, con i suoi modi garbati e quasi soffusi, ha battuto nomi molto più conosciuti e in vista, come quello dell’ex presidente della Provincia Gianni Giuliano. Anche in questo caso, Saso e Scajola, due giovani, vera costante del nuovo consiglio regionale.
Sul Carroccio risale Francesco Bruzzone, che giovanissimo non è, ma è in assoluto il migliore del centrodestra ad affrontare le sfide televisive e, forse, a posteriori, sarebbe stato il candidato presidente più adatto, soprattutto per moltiplicare i faccia-a-faccia. E, insieme a lui, ci dovrebbero essere o Edoardo Rixi, rodatissimo ma giovanissimo, o Agostino junior. Insomma, siamo alle solite: linea verde. Trattandosi della Lega, verdissima.
Ultimo capitolo dell’opposizione è quello della Lista civica per Biasotti. E, anche stavolta, ottime notizie: Fabio Broglia aveva cambiato gruppo troppe volte per essere credibile e resto convinto che la sua candidatura sia stata un errore di Biasotti. Gli eletti sono due arancioni doc, che con Enrico Cimaschi stanno portando avanti la loro esperienza eretica arancione nel municipio Centro-Est: Aldo Siri è una persona perbene e certamente un valore aggiunto, visto che porta voti di gente che non voterebbe Berlusconi nemmeno sotto tortura. Poi, certo, dovrebbe moderare il carattere e soprattutto il linguaggio: uscite come quella sulle uova dal Monumentale al gay pride o sul rischio di esplosioni per la moschea al Lagaccio non aiutano nè il centrodestra, nè le sue battaglie e nemmeno lo stesso Siri che invece ha tutte le caratteristiche per essere un ottimo consigliere. E Lorenzo Pellerano, il suo compagno di gruppo e di lista, promette di essere il miglior esordiente della legislatura. Così come ha dimostrato anche in campagna elettorale con iniziative come i tè per le nonne dei suoi amici. Così si prendono i voti. Ma, se il centrodestra può sorridere per la sua squadra, anche nel centrosinistra ci sono nomi positivi, insieme a facce inguardabili. Di Burlando, «il migliore dei peggiori» abbiamo detto in lungo e in largo nei giorni scorsi. Oltre ad alcune vecchie facce cortesi, come quelle di Michele Boffa e Renzo Guccinelli, il Pd presenta due ottimi nomi a partire da Lorenzo Basso: giovane, educato, perbene e capace. Devo confessare che il suo risultato, quasi doppio rispetto a quello di tanti grandi vecchi del partito, mi ha fatto felice. E devo dire che sono tantissimi gli elettori del centrodestra che mi dicono che vorrebbero un Basso anche per loro. Richiesta legittima. Molti gli indiziati, da Rosso a Pellerano, nella lista precedente. E la spezzina Raffaella Paita, oltre ad essere la (bella) moglie del presidente del Porto di Genova Luigi Merlo, ha le caratteristiche di un Basso in gonnella, come dimostra il suo exploit di voti ed il sorpasso su un candidato della forza di Guccinelli.
Persino nell’Udc, che non è propriamente un partito dall’immagine giovane, soprattutto in Liguria, passa la linea verde. Eppure, al di là di Rosario Monteleone, la cui elezione era comunque certa, diventa consigliere il sindaco di Cicagna e consigliere provinciale Marco Limoncini, ex leghista. Persona moderata e su cui Burlando ha puntato a tal punto da chiudere la sua campagna elettorale proprio a Cicagna. Eppure, quando Limoncini ha lasciato il centrodestra non si sono versate troppe lacrime. Eppure, nel frattempo, ci si dannava l’anima per mettere accanto al nome di Biasotti liste abbastanza virtuali che in qualche caso hanno avuto più firme di presentatori (veri o falsi che fossero) che voti. Non è una buona cosa.
Ultima annotazione. Ci sono nomi positivi persino nell’Italia dei Valori e nella sinistra radicale. Il che è una notizia. Nicolò Scialfa, eletto fra i dipietristi, è un prof che ragiona scavalcando le barriere e abbattendo gli schemi, tanto che già ieri ha ipotizzato soluzioni bipartisan per i problemi della Liguria. Ottima proposta e ottima idea.

E, dalla Federazione della sinistra (Rifondazione e Pdci), perso per strada Tirreno Bianchi che - con le sue aperture sulle infrastrutture e sulla sicurezza - era un comunista anomalo e talvolta apprezzabile, e non sarebbe negativa l’ipotesi che diventi assessore, escono comunque due nomi di spessore e moderati (per quanto si possa essere moderati nella Federazione della sinistra) come Giacomo Conti e Alessandro Benzi, pure stavolta un giovane. Insomma, è un Consiglio regionale molto più fresco, più nuovo e più rosa. Per me, sarà un buon Consiglio. Accettiamolo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica