Venticinquemila euro consegnati ieri mattina all'associazione italiana sclerosi multipla. Un costoso spray antipolvere sul carbone e un rinnovato impianto, nonostante l'età, all'avanguardia con tutti i certificati a norma secondo gli standard europei.
La centrale termoelettrica Enel sotto la Lanterna è buona e pulita. Alla faccia di chi vorrebbe chiuderla. Era stato il duce a dare la luce all'impianto che serve tutta la provincia genovese nel 1927. Una mega centrale, per quei tempi, la più grande in Europa, orgoglio della tecnologia italiana. Alle turbine che producono 300 megawatt ci hanno lavorato centinaia di tecnici e ingegneri, fino a arrivare ai 260 dipendenti dei primi anni settanta e a calare ai 105 dell'anno scorso, anche se, come ha annunciato ieri il responsabile Fausto Bassi, per il 2008 sono previste nuove cinque assunzioni.
«Stiamo attenti al sociale - spiega Bassi - ma anche alla qualità dell'ambiente. Siamo contenti di avere donato, nell'ambito del progetto Quasar Enel cuore, i soldi, con il contributo di tutti i dipendenti, alla sezione genovese dell'Aism. Serviranno per l'acquisto di una Fiat Doblò dotata di pedana elevatrice che servirà duecento persone assistite dall'associazione. Allo stesso tempo puntiamo su un bassissimo inquinamento della centrale che in questi anni si è ridotto praticamente a zero. Abbiamo ottenuto il riconoscimento Iso 14001 e la certificazione Emas con una riduzione delle polveri del venti per cento rispetto al limite previsto dalla legge del luglio 1990. Siamo monitorati praticamente ogni giorno dalle autorità competenti, dal comune, alla provincia, alla regione, all'Arpal».
Passate le enormi turbine costruite dagli americani e dai curiosi terrazzini in ghisa dell'epoca del Fascio, nella centrale si sale fino alla terrazza che domina sul mare e sulla Lanterna. Di fumi, effettivamente, con l'impianto a pieno regime, non ce ne sono. Soltanto quel vapore acqueo prodotto dal sistema per ottenere l'energia. Di polveri di carbone non ce ne sono. Lo spazio antistante la centrale è pieno di cumuli di materiale nero, ma sono bassi e mantenuti compatti grazie a un costoso spray che gli operai dell'Enel spruzzano sopra per evitare lo spargimento delle polveri. Inoltre il carbone viene prelevato dalle banchine con un nastro coperto e introdotto nella centrale ancora con dei nastri coperti. Al contrario, accanto allo spazio Enel, ci sono cumuli alti e fragili, in totale saranno almeno il quadruplo, di carbone. Appartengono al terminal rinfuse.
«Nulla a che fare con la centrale - spiega il responsabile Enel - purtroppo manca l'informazione per i cittadini. Gestiamo tutti gli impianti, Genova compresa, con il massimo rispetto dell'ambiente. Abbiamo chiesto, l'anno scorso, anche uno studio sulle fonti di provenienza delle polveri pm 10 presenti nell'aria all'università di Genova.
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