A Milano la rete dell'arte contemporanea ha una trama fittissima, i cui nodi passano per via Farini, per la Fabbrica del Vapore, per il quartiere Isola, per Zona Tortona. Da oggi e fino a domenica la Triennale mette in mostra questa tela fatta di infinite relazioni in un vivace evento non stop a ingresso libero curato dalla critica d'arte Gabi Scardi, che già in passato si è distinta per aver firmato esposizioni genuinamente attente ai nuovi virgulti dell'arte contemporanea.
Con «Numero Due. Incontemporanea la rete dell'arte», promossa dalla provincia di Milano, i riflettori sono puntati su una quindicina di associazioni culturali milanesi che, da Uovo allo Spazio Xpò passando per Esterni, si occupano di arte e di sperimentazione nel campo della cultura visiva: in un'unica sede, il rigoroso palazzo della Triennale, per tre giorni dalle 11 della mattina alle 10 di sera, appassionati, artisti e operatori del settore possono toccare con mano i progetti, le opere e le installazioni. Interessante osservare che anche in questa edizione, come nelle due precedenti, le associazioni culturali chiamate a rappresentare il meglio della produzione artistica locale testimonino che la nostra è una metropoli feconda e tutt'altro che ripiegata su se stessa: molti infatti sono i progetti in mostra attenti alla sostenibilità del tessuto urbano e tutte le associazioni, da Isola Art Center al Museo Teo di via Aselli, sono legate a doppio filo alla vita dei quartieri di appartenenza. Anzi, la loro presenza ha sovente contribuito a trasformarli.
Tra i tanti eventi in programma durante questa «maratona del contemporaneo», spicca la performance di Massimo Furlan che, svizzero ma dotato di spiccato senso dell'umorismo, con Blue tired heroes (che potremmo tradurre con «Eroi tristi e stanchi») porterà in Triennale una serie di improbabili performer in carne e ossa di età variabile tra i 50 e i 70 anni travestiti da Superman.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.