Buonismo e scopiazzature con il coniglio «animato»

Buonismo e scopiazzature con il coniglio «animato»

Sono belli certi piccoli film inglesi. Ma se ne accorgono anche alcuni affaristi di Hollywood, che prendono i personaggi inglesi e li adattano alla loro logica, che credono globalizzata e buona per tutti. È capitato anche a Wallace & Gromit, manipolati dalla Dreamworks secondo l’ideologia di Shark Tale, fino a distillare Wallace & Gromit. La maledizione del coniglio mannaro di Nick Park e Steve Box. Del precedente film del 1994, Wallace, Gromit e altre storie, nel seguito resta essenzialmente la tecnica detta stop-motion, come quella della Sposa cadavere, che esige anni di lavoro per un lungometraggio; resta naturalmente anche l’aspetto dei personaggi principali (che, nella versione originale, parlavano con le voci di Ralph Fiennes ed Helena Bonham Carter); ma cambia lo spirito, latitano le idee, abbondano le «citazioni», ossia le copiature: qui affiora La mosca, lì spunta King Kong, ma soprattutto ovunque ci si inzuppa nel buonismo.

I conigli non vanno ammazzati? Devono poter sgranocchiare verdure a sazietà? Ma chi tutela i diritti delle verdure, una volta ammessi i diritti dei conigli?
WALLACE & GROMIT E LA MALEDIZIONE DEL CONIGLIO MANNARO di Nick Park e Steve Box (Gb/Usa), animazione. 85 minuti

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