Il Tar della Lombardia ha stabilito che siano riaperti i termini per la domanda del bonus famiglia estendendola agli immigrati regolari senza carta di soggiorno ma in «possesso del permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno».
Il Tribunale Amministrativo della Lombardia ha di fatto annullato il provvedimento della Regione impugnato lo scorso aprile da Cigl e associazioni varie. Ora i sindacati chiedono un incontro urgente con la Regione e sostiene di aver ottenuto una vittoria «su una legge discriminatoria per gli stranieri». «Il nostro ricorso - spiegano i sindacalisti - aveva lo scopo di allargare il diritto a tutti, senza discriminazioni, sulla base della ragione che la misura del "bonus famiglie numerose" era stata decisa a sostegno del reddito delle famiglie povere in difficoltà a causa della crisi economica in atto».
Da qui le precisazioni dell'assessore lombardo alla Famiglia Giulio Boscagli: ««I sindacati e le associazioni che hanno presentato questo ricorso si pongono oggettivamente contro le famiglie povere della Lombardia e l'unico risultato di questa sentenza sarà quello di mettere in discussione le risorse che verranno destinate alla prosecuzione dell'erogazione del buono famiglia». Boscagli rifiuta l'incontro e motiva la sua decisione sostenendo che «è inaccettabile che si chieda ora il confronto con la Regione dopo aver fatto intervenire il Tar contro la decisione regionale».
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