Il Burlando bis inizia con l’incubo: «Fermiamo la Lega come i nazisti»

Il Burlando bis inizia con l’incubo: «Fermiamo la Lega come i nazisti»

Maglioncino a «v» color beige, pantalone sportivo blu, scarpe da ginnastica ai piedi. Il primo giorno del Burlando II inizia in versione casual. Il volto del presidente è stanco e segnato, ma sotto sotto c’è il sorriso sornione di chi si sta gustando un successo inaspettato. Burlando si sente un partigiano che ha liberato la sua terra dalla minaccia dell’invasione nemica, con particolare riferimento al fenomeno Lega Nord che straripa in tutto il settentrione mentre tra Ventimiglia e Sarzana avanza ma senza strafare: «La Lega si combatte come i partigiani combattevano i tedeschi durante la Resistenza - attacca il presidente della Regione -. Non con i convegni sociologici, ma stando sul territorio e qui abbiamo dato esempio di come si possa arginare il fenomeno». Un fenomeno che appare un’ossessione: un astio verso il Carroccio che porta il governatore a paragonarli ai nazisti e a mettere la sinistra sull’attenti perché la «Lega sopravviverà al Pdl. Sono leninisti, organizzati e sono bravi ad occupare tutto, dalle fabbriche alle banche. Lenin no, le banche le scioglieva».
La Lega sopravviverà anche, bisogna vedere se Burlando riuscirà a far resistere la sua variegata maggioranza che adesso è attesa alla prova del nove. Un esperimento quello del centrosinistra che va da Casini a Rifondazione Comunista che ha permesso al presidente di vincere le elezioni, complice anche l’astuzia politica di Burlando di schierare nella sua lista esponenti come Carlo Besana e Alessandra Ballerini che, altrimenti, avrebbero corso con una lista di grillini che, dopo il loro impegno, ha deciso di ritirarsi dalla contesa: «Questa è un’alleanza valida - commenta -, ma c’è stato anche un grande lavoro da parte mia sul territorio. Quando il centrodestra diceva che andavo a tagliare nastri si sbagliava: stavo in mezzo alla gente. Non c’è strada di cui non mi sia occupato, azienda che non abbia visitato, bocciofila in cui non sia stato presente».
La politica della strada che lo premia così come la farinata mangiata in passeggiata. A proposito di alleanza, subito dopo Pasqua la giunta dovrà essere pronta e già in tanti alzano la voce chiedendo posti e rivendicando meriti. Dall’Udc di Monteleone fino all’Italia dei Valori che ha subito ribadito la richiesta della vicepresidenza. «Meno autocandidature fanno e meglio è per loro: la giunta la decido io e più parlano e meno avranno spazi - cerca di far abbassare la cresta agli alleati -. Sono contento per il risultato di Montaldo».
Poi l’analisi del voto provincia per provincia: «Abbiamo tenuto alla Spezia, recuperato consensi ad Imperia. Per quanto riguarda Savona il risultato di Savona è quello delle provinciali di un anno fa mentre Genova è la vera sorpresa». Proprio il dato di Genova appare determinante ma qualcuno, dal centrodestra, rilegge dubbioso il risultato di Imperia che se premia in valore assoluto Biasotti vede un voto disgiunto degli elettori del Pdl a favore di Burlando che ha pesato sulla provincia di oltre un punto percentuale. Qualcuno ha pensato al patto tra i due Claudio (Burlando e Scajola) ma il presidente smentisce: «Sapevo che ci sarebbe stato questo orientamento, con Scajola nessun accordo: è il vero sconfitto». Poi l’affondo a Biasotti al quale Burlando riconosce il grande fair play, «ho apprezzato la sua chiamata, credo abbia fatto l’errore di fare la campagna elettorale contro la Vincenzi che non era candidata».

E a chi gli fa notare che anche lui ha fatto campagna elettorale contro il sindaco di Genova, o comunque proponendo un modello di amministrazione differente ha replicato: «Io da sei mesi non parlo della Vincenzi». Parenti, serpenti.

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