Burlando «cinguetta» e su Twitter mette a cuccia la sua giunta che litiga

Burlando «cinguetta» e su Twitter mette a cuccia la sua giunta che litiga

Il «cinguettio» di Claudio Burlando spaventa la maggioranza. L’ordine di smettere di litigare in giunta arriva proprio da uno sfogo su «Twitter», il popolare social network sempre più usato anche dai politici. Il governatore si è letteralmente stancato di leggere sui giornali quel che avviene in giunta, e in particolare non gradisce che si sappia in giro quanto poco accordo ci sia nella compagine che lui si sforza di guidare. Ritiene addirittura che sulla stampa finiscano soprattutto le questioni a suo dire meno interessanti, quelle che lui definisce più gossip che politica. Resta il fatto che ieri non ha gradito la pubblicazione dello scontro tra due assessori (Enrico Vesco e Pippo Rossetti) sulla questione dei soldi da destinare al trasporto pubblico locale. Non certo sussurri e pettegolezzi mondani.
E così Burlando alla fine è sbottato. «Ho letto le “cronache” della giunta di ieri - lancia i suoi strali su Twitter -. È proprio vero che non devo dar retta a nessuno. Venerdì deliberiamo sulle giunte in diretta...» Con tanto di puntini di sospensione. Voluti. Per dire ai suoi che così si vedrà finalmente chi ha il coraggio di fare le stesse scene davanti ai cittadini. E soprattutto chi andrà poi a mostrare all’esterno una faccia diversa da quella che propone ai colleghi assessori.
Un’idea, quella del governatore, che non è affatto nuova. E soprattutto che è stata già sperimentata con successo. In uno dei momenti più delicati dei rapporti interni al centrosinistra, quando l’Italia dei Valori e altri consiglieri come Armando Ezio Capurro chiedevano la sostituzione degli assessori esterni per risparmiare soldi dei cittadini, il presidente aveva convocato una riunione di maggioranza. E aveva aperto le porte ai giornalisti. La riunione era durata pochissimo, nessuno aveva detto una parola contro l’altro. Tutto era sembrato filare liscio.

Le tensioni non erano certo state superate, per ricucire lo strappo ci era poi voluta tutta l’arte diplomatica di Burlando. Ma intanto quello che sembrava l’incontro della resa dei conti era stato disinnescato.
Ora Burlando ci riprova: un cinguettio e tutti a cuccia.

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