Burlando non sa vendere? Mette più tasse

Burlando non sa vendere? Mette più tasse

(...) Niente «cartolarizzazione». Almeno non così come sperava di fare Rossetti per nascondere la polvere sotto il tappeto e salvare per quest’anno un bilancio al collasso. A scoprire il suo bluff ci hanno pensato i consiglieri di maggioranza. L’Italia dei Valori, ma anche qualche esponente del Pd, in particolare qualcuno di quelli che a Ponente non riescono a essere soddisfatti delle strategie sanitarie di Claudio Montaldo. L’assessore al Bilancio è stato costretto ad ammettere che anche vendendo gli ultimi immobili rimasti (dopodiché non resterà più davvero nulla) non si può essere certi di incassare quanto sperato e comunque non si potrebbe far altro che mettere una pezza provvisoria ai conti. Un rattoppo che rischierebbe nei prossimi mesi di rivelarsi inutile, con la concreta possibilità di trovarsi nella necessità di mettere comunque nuove tasse e di non avere più alcun patrimonio disponibile.
La commissione ha stoppato così il tentativo di portare il progetto di svendita dei beni subito in consiglio e di approvarlo con un colpo di maggioranza. Se ne dovrà riparlare, possibilmente unendo il piano alla finanziaria che, come la cartolarizzazione, avrà tempi strettissimi per l’approvazione. Ma se si va verso una maratona prenatalizia, si riducono anche le speranze di ricompattare la maggioranza. Tanto che Burlando potrebbe essere tentato dal cercare ancora una volta una stampella nell’opposizione. Una strategia che si è già rivelata fallimentare un paio di mesi fa, sempre a proposito di riorganizzazione della Sanità. E che ha mostrato, anche ai teorizzatori del «senso di responsabilità», come i cittadini non amino certi inciuci. Nel Pdl, specie dopo le dimissioni da capogruppo di uno intransigente come Matteo Rosso, c’è però chi potrebbe essere tentato dal concedere un aiutino a Burlando e compagni. E sarebbe probabilmente questa l’unica strada percorribile dalla giunta per evitare l’aumento Irpef, ma non certo il crollo di una maggioranza che di bocconi amari ne sta già ingoiando troppi.
Anche perché non passa giorno che il modo di vendere il proprio patrimonio da parte della Regione suscita notevoli perplessità. Ieri in consiglio erano all’ordine del giorno tre interrogazioni relative alla vendita di «Casa Liguria» (l’immobile di gran pregio che la Regione Liguria ha nel centro di Bruxelles e che è di fatto inutilizzato da anni) e l’acquisto di nuovi spazi per la Asl 3 in via Degola a fronte della vendita di strutture a Quarto, nell’ex manicomio.
Nel primo caso Matteo Rosso ha chiesto se fosse vero che la Regione vuole vendere a duemila euro al metro quadro un immobile così prestigioso, e se fosse già giunte offerte o da parte di chi. La risposta dell’assessore Rossetti è stata disarmante. A luglio del 2010, la giunta aveva effettivamente dato mandato a Filse, la finanziaria della Regione, di trovare il «miglior utilizzo» possibile della struttura di Bruxelles che ormai aveva perso la sua originaria utilità. L’assessore ha ammesso che al 31 dicembre scorso l’immobile era stato messo a bilancio per 1 milione e 215mila euro. Poi è stata chiesta un’altra valutazione e la stima è stata alzata tra il milione e 300mila e il milione e 600mila euro. Cioè, solo nell’ipotesi migliore quei 4 piani di un totale di 800 metri quadrati, potranno essere ceduti a un prezzo di duemila euro al metro. Cifre follemente irrisorie che mostrano quanto la Regione non sia in grado di fare i propri interessi, perdendoci sia al momento dell’acquisto, sia al momento della vendita. Le cifre confermate da Rossetti, che pure è rimasto convinto della scelta e non ha fatto minimo cenno a un possibile passo indietro, hanno provocato incredulità in aula e spinto Rosso a chiedere che si valuti l’opportunità di affittare l’immobile e di aspettare tempi (o valutazioni) migliori per venderlo.
Il fatto che nessuno abbia ancora fatto proposte di acquisto a cifre così basse lascia infatti qualche forte dubbio. Dubbio che sarebbe stato magari moltiplicato se si fosse arrivati a discutere anche le due interrogazioni successive sulle compravendite della Asl3. Ieri, come ormai di consueto, il consiglio regionale si è esaurito dopo un’oretta di discussioni varie. Quasi tutta la mattinata è stata infatti occupata dall’incontro con i sindaci della Valbormida. Al momento di parlare dell’acquisto dei nuovi spazi in via Degola non c’erano più né il tempo né l’assessore Rossetti in aula.

La Lista Biasotti con Lorenzo Pellerano e il Pdl con Rosso chiedevano spiegazioni sulla necessità di comprare nuovi immobili in via Degola spendendo, solo inizialmente, 17 milioni di euro che sarebbero (forse) stati recuperati da maxi vendite nell’area dell’ex manicomio di Quarto. In questo caso, la giunta ha preferito la fuga.

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