Burlando perde i pezzi anche senza dire niente

Burlando perde i pezzi anche senza dire niente

Della sua nuova giunta aveva già anticipato la composizione. Accettando le scelte imposte dai partiti, Claudio Burlando ha infilato all’ultimo momento Giovanni Boitano dell’Udc per soddisfare Pierferdinando Casini, ha rispettato l’ordine dell’Idv di dare a Marylin Fusco la vicepresidenza e la delega all’urbanistica, ha ripescato Angelo Berlangieri bocciato dagli elettori a Savona e incaricato di occuparsi di turismo cultura e spettacolo. Nessuno spazio invece per i socialisti che infatti sbattono la porta e se ne vanno. L’unico a cui Burlando non ha dato retta è stato in realtà Guido Bertolaso, che aveva suggerito ai nuovi governatori di mantenere direttamente la delega alla Protezione civile per consentire rapporti più stretti e diretti in caso di necessità. Ma nel motivare la scelta, Burlando ha involontariamente spiegato che intanto considera gli assessori poco più che responsabili formali: «Intanto quando c’è qualche emergenza il commissario straordinario finisce per essere il presidente della Regione». Cioè, alla fine gli assessori non contano e fanno quel che dice il presidente.
Così la grana della protezione civile ufficialmente spetta a Renata Briano, che però incassa i complimenti del governatore «per il lavoro svolto in Provincia» stretta in una giacca di pelle bluette, scelta e comprata apposta per il debutto, che la rende l’unica signora sportiva e non «in tiro» dell’intera aula. Per l’ormai ex collaboratrice di Alessandro Repetto, che si occuperà anche di pesca nei fiumi, c’è addirittura anche l’assessorato agli «stili di vita consapevoli». Lo annuncia lo stesso Burlando, che nel giorno della presentazione della giunta, forse conscio che l’opposizione non avrebbe potuto replicare, sceglie di fare un discorso decisamente inaspettato. Lo punta sulla crisi, «che per vincerla, bisogna guardarla in faccia», e usa gli esempi che più gli fanno comodo con sfrontatezza. Per dire come siano giuste le ricette della sinistra critica le scelte della Spagna e cita a modello la Francia. Si fa bello con la Corte dei Conti che ha parlato di un miglioramento dei bilanci, ma dimentica le critiche, anzi le accuse, che la stessa magistratura contabile ha rivolto ancora recentemente a certe spese e a certi appalti della Regione. Accusa il centrodestra che vede troppo «rosa» parlando di crisi alle spalle, ma non rinuncia a citare i dati Istat dell’ultimo trimestre 2009, che danno la Liguria in testa alle Regioni in ripresa «e indicano che forse siamo stati bravini». Rimette il solito disco della campagna elettorale per dire che «qui operai sui tetti non ce ne sono stati», epperò evita accuratamente i dati della Cgil che dimostrano come la Liguria sia stata la peggiore regione quanto a chiusura di aziende.
Il resto del discorso è uno sfoggio di erudizione del governatore, con lunghe citazioni di Franz Kafka, di John Fitzgerald Kennedy e dello storico Fernand Braudel. Una lezione di geografia politica che gli consente di ricordare che lui al liceo ha studiato il tedesco. Burlando rimpiange «i tempi del vecchio Pci» e riparte dai suoi avi emigranti per attaccare la Lega sul campo dell’immigrazione. Ma alla fine, l’unico aspetto programmatico che sfiora è quello della necessità di semplificare le norme.
Tanto che l’opposizione resta spiazzata. Finita la seduta di consiglio, il capogruppo del Pdl Matteo Rosso spiega che è «difficile criticare chi non dice nulla». Il comunicato del gruppo è sulla falsariga: «Nessuna proposta, nessuna concretezza ma solo tanta nostalgia per il passato, per il vecchio Partito Comunista Italiano ricordato più volte da Burlando nel suo intervento - scrivono i consiglieri regionali del Pdl -. Nessun proposito per il rilancio della Regione ma colpisce la preoccupazione del presidente Burlando per la chiusura di un Circolo Arci nel ponente genovese. Nessun riferimento concreto sulle infrastrutture, sui grossi temi di rilancio dell'occupazione, nessuna proposta per i liguri ma solo dei gran discorsi su tutto senza una presa di posizione netta e chiara». Sandro Biasotti rileva come «Burlando abbia citato il piano casa, l’acqua che non può essere privatizzata e la necessità di produrre energia, ma sempre senza dire come. Stessi discorsi fumosi sul ciclo dei rifiuti e sul turismo. Ha persino detto che si mangia bene nelle mense scolastiche gestite in proprio, ma pensa di assumere cinque cuochi per scuola?».

Marco Scajola, che pure ha ricevuto gli auguri per i suoi 40 anni, è rimasto deluso da Burlando: «Il grande assente del suo discorso è stato il Ponente ligure». Tutti scontenti, dunque. Persino gli alleati di sinistra. E il Psi prende le distanze dal governatore e dalla sua giunta: «Ha tradito gli accordi, nessun socialista è rappresentato». Un bell’inizio.

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