Burlando scarica l’Udc: «Sono convinto di vincere anche senza»

Burlando scarica l’Udc: «Sono convinto di vincere anche senza»

Sulla stessa linea d’onda va Enrico Musso, senatore Pdl, l’altro bersaglio delle ire di De Martini: «Ho fatto anche uno spot insieme a lei, come si dice in questi casi “c’ho messo la faccia”, facendo convergere su di lei i voti che potevo. Per me ha fatto un ottimo risultato e la invito a tornare sui suoi passi - spiega Musso -. Alle regionali non c’è ballottaggio, favorirebbe solo la sinistra». E mentre Enrico Musso vuole muovere deputati e senatori del Pdl per andare in provincia di Savona e sostenere Angelo Vaccarezza nei prossimi 10 giorni, Sandro Biasotti torna ad analizzare il voto in Liguria e le possibili alleanze. In sostanza, stando così le cose, con l’Udc il centrodestra potrebbe avere la vittoria in tasca: «Casini ha detto che sostiene candidati moderati e che con Rifondazione comunista non si alleerà mai - racconta -. Nei prossimi giorni prenderò un caffè con Monteleone come spesso ne prendo con altri esponenti dell’Udc: con loro abbiamo governato bene, sempre con ottimi rapporti, penso comunque che tutto si risolverà con un accordo a livello nazionale, Berlusconi è avveduto».
Sul patto a livello nazionale è concorde Claudio Burlando, presidente uscente e ricandidato che sogna di mettere il simbolo dello scudocrociato vicino a quello di Pd, Idv, Verdi, Unione a Sinistra, Pdci, Rifondazione e Socialisti che hanno già garantito il loro appoggio. Sul fatto che il segretario nazionale Udc Lorenzo Cesa, a Genova la scorsa settimana, abbia escluso accordi con la sinistra estrema e Di Pietro, replica: «In campagna elettorale si dicono molte cose», mentre sull’esito del voto nel prossimo anno sembra molto ottimista: «Secondo me ce la facciamo, con o senza il sostegno dell’Udc - commenta il governatore -. Intanto governiamo un altro anno con una coalizione che esce rafforzata dalle urne e parto avvantaggiato dal fatto che Biasotti è già stato dimenticato dai liguri». Non la pensa proprio così il diretto interessato che in campagna elettorale per le amministrative ha cercato di toccare più mete possibili: «La mia popolarità è più forte di prima, le gente mi rimpiange e mi ferma per la strada, nei mercati - argomenta il deputato del Popolo della Libertà -. Sono sensazioni che mi hanno spinto a ricandidarmi. Temo un effetto Governo se Berlusconi dovesse perdere consensi? Un po’ sì, ma la gente per le istituzioni locali guarda molto alla persona e meno al partito».

In tutto questo si inseriscono i radicali che, soddisfatti di un risultato regionale che oscilla tra il 2,5 e il 3%, rilanciano in Liguria il progetto della Rosa nel Pugno e non escludono di presentarsi da soli alle prossime regionali.
FCas

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