Nel giorno in cui lUniversità di Genova conferisce a Pier Francesco Guarguaglini la laurea «honoris causa» in Ingegneria gestionale, la Regione chiede al presidente e amministratore delegato di Finmeccanica la sua disponibilità a partecipare a un'operazione di «venture-capital» per dare il via a nuove imprese in grado di mettere insieme competenze nel campo della ricerca e dell'industria. Ma di fronte alla proposta formulata da Burlando e dal presidente della Filse, Edoardo Bozzo, nel corso del faccia a faccia tra gli amministratori locali e i vertici di Finmeccanica, il numero 1 del gruppo aero-spazio & difesa nicchia, limitandosi a ricordare le «solide radici delle aziende storiche di Finmeccanica, che sono radici genovesi e liguri».
Certo - aggiunge Guarguaglini - «il legame tra Genova e Finmeccanica è destinato a stringersi ulteriormente alla luce della creazione dell'Iit e della costituzione del Distretto ligure sui sistemi intelligenti integrati», ma da a qui a ipotizzare un accordo in cui la Regione diventerebbe in qualche modo «azionista» di Finmeccanica ce ne corre. Non però per Claudio Burlando, lanciatissimo ieri nel ricordare che «tante nuove aziende hanno bisogno di risorse e Filse e Finmeccanica potrebbero contribuire alla loro crescita, diventando una specie di incubatore di impresa che avrebbe nel polo degli Erzelli il suo punto di riferimento». A una condizione, però. Che le aziende del gruppo Finmeccanica restino partecipate dal ministero del Tesoro, cioè assolutamente in mano pubblica. Altro che privatizzare: «Mi sento più sicuro così» ammette Burlando, cui il termine privatizzazione provoca evidentemente più di un mal di pancia, specie in una vigilia elettorale. Difatti aggiunge: «Credo che mantenere in mano pubblica sia nel carattere del capitalismo di questo Paese. Ciò non vuol dire non accogliere le opportunità del mercato». Oggi Finmeccanica conta 6.800 addetti diretti in Liguria, per il governatore si tratta «di una grande risorsa che è importante rimanga azionista di riferimento delle realtà industriali presenti nella nostra Regione, come Selex, Mbda e Oto Melara». E proprio a proposito di Oto Melara, azienda leader nella produzione di artiglierie navali, Guarguaglini ha fugato tutte le voci di una possibile cessione, spiegando che «l'interesse del gruppo è di cercare nuove alleanze per rafforzare la presenza sui mercati mondiali». Note meno positive, invece, per Selex e Mbda, dove si evidenziano le situazioni più critiche.
«Per Selex - ammette Guarguaglini - prevedo periodi non del tutto tranquilli soprattutto per via dei cambiamenti di alcune tecnologie». E Burlando: «Senza la firma del contratto per il programma Tetra, Selex avrebbe incontrato delle difficoltà insuperabili, ma arrivando con quattro anni di ritardo ci sarà qualche problema». Note più liete per Ansaldo Energia «che migliora di anno in anno e il cui budget per il 2007 prevede ulteriori miglioramenti», scandisce il presidente di Finmeccanica. Ma guai a chiedergli lumi sulla futura quotazione in Borsa della società guidata da Giuseppe Zampini. Guarguaglini anche in questo caso gioca di rimessa: «La quotazione per Ansaldo Energia è un passo da fare, ma bisogna trovare il momento opportuno. Non confermo e non smentisco la possibilità che ciò avvenga entro il 2008. Tutto dipenderà dall'andamento dell'azienda e dallo stato di salute dei mercati finanziari».
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