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Bush avverte Abu Mazen: «Fermi le fazioni armate»

Il presidente americano ammonisce anche Israele: alt a nuovi insediamenti

Bush avverte Abu Mazen: «Fermi le fazioni armate»

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

George Bush ha ripreso a spingere per il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. Ha ricevuto alla Casa Bianca il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e ha fatto pressione perché disarmi gli estremisti, ma ha sottolineato che anche Israele deve fare la sua parte per una soluzione fondata su due Stati che convivano in pace. «Per i palestinesi - ha sostenuto - il modo per progredire è di affrontare le bande armate che sono di ostacolo alla creazione di una Palestina democratica. Israele deve rimuovere gli avamposti non autorizzati e fermare l’espansione degli insediamenti. La barriera in costruzione per proteggere gli israeliani dai terroristi deve servire a fini di sicurezza e non a fini politici».
Bush ha sostenuto il premier israeliano Ariel Sharon nel ritiro degli insediamenti ebraici dalla striscia di Gaza e Israele si aspettava che ora mettesse sotto pressione i palestinesi per ottenere da loro una iniziativa altrettanto spettacolare per il disarmo degli estremisti di Gaza. Il governo americano tuttavia in questa fase è attento a non dare l’impressione di sostenere gli interessi di una parte sola e ha usato la visita di Abu Mazen a Washington per ribadire che Israele deve fare altre concessioni.
Il colloquio alla Casa Bianca è durato un’ora e mezzo. Abu Mazen ha assicurato che in gennaio i palestinesi voteranno per stabilire «un solo governo e una sola legge» nei territori da cui gli israeliani si sono ritirati. Nello stesso tempo però ha avanzato una serie di richieste: ha insistito che i palestinesi devono essere in grado di spostarsi senza incontrare posti di blocco dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania. Ha chiesto che Israele sospenda la costruzione del muro con cui ha inglobato una parte dei territori palestinesi, metta fine all’espansione degli insediamenti e rimuova i posti di blocco.
Bush non ha appoggiato tutte queste richieste ma ha promesso che gli Stati Uniti faranno la loro parte per la sicurezza e lo sviluppo economico nella regione. «Israele - ha ammonito riferendosi al piano di soluzione graduale approvato da Stati Uniti, Nazioni Unite, Russia e Unione Europea - non deve intraprendere alcuna attività contraria al percorso di pace». Bush ha aggiunto che presto sarà nominato il nuovo coordinatore americano per la sicurezza in Medio Oriente.
Nei colloqui con Abu Mazen il presidente americano è stato molto chiaro: altri attentati in Israele comprometterebbero l’obiettivo di dare uno Stato ai palestinesi. «Il presidente Abbas - ha dichiarato Bush - è un uomo devoto alla causa della pace e all’aspirazione di uno Stato per il suo popolo. Io credo che si arriverà a una soluzione fondata su due democrazie che vivranno fianco a fianco. Il ritiro israeliano da Gaza ha creato nuove possibilità per i palestinesi e nello stesso tempo li ha messi di fronte a nuove responsabilità. Le autorità palestinesi devono guadagnarsi la fiducia dei loro vicini respingendo il terrorismo e combattendo i terroristi».
Bush ha tuttavia ammonito Israele che i suoi obblighi nel percorso di pace non sono finiti con il ritiro dei coloni da Gaza. Il governo Sharon, ha detto, deve «astenersi da ogni azione che pregiudichi i negoziati sullo statuto finale di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme». Questa frase è un riferimento al piano israeliano di rafforzare gli insediamenti ebraici intorno alla parte più antica di Gerusalemme, dove la maggioranza della popolazione è araba.

I palestinesi hanno denunciato questa iniziativa come un tentativo di creare il fatto compiuto e rendere inutile il negoziato.

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