Gaia Cesare
Dopo la sfida lanciata ieri da Teheran agli Usa, è arrivato dal rivale più temuto, il presidente George W. Bush in persona, il monito più fermo e duro finora pronunciato dalla comunità internazionale nei confronti della nuova presidenza. Il capo della Casa Bianca lo ha affidato al cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, che si trovava ieri a Washington, chiedendo al governo di Berlino di trasmettere alle autorità di Teheran «un messaggio preciso e unico: lo sviluppo di armi atomiche è inaccettabile». Parole inequivocabili, che si aggiungono alle dichiarazioni pronunciate ieri dalle principali cancellerie europee. Bush è voluto tornare poi - nonostante il responso delle urne sia ormai irreversibile - sul risultato elettorale a sorpresa, che ha decretato la vittoria del «falco»: «Le elezioni iraniane non sono state né libere né regolari», ha detto senza mezzi termini il presidente Usa, ribadendo i sospetti di brogli avvenuti durante le operazioni di voto.
Lamministrazione Usa, insomma, inasprisce i toni, mentre la comunità internazionale, insieme a Washington, alza la guardia e avverte anchessa la nuova presidenza iraniana. Il nodo cruciale, quello che impensierisce e spaventa i governi occidentali, resta il potenziale atomico di Teheran. Daltra parte, i timori sui progetti nucleari di Teheran si sono tuttaltro che placati dopo le prime esternazioni rilasciate da Ahmadinejad alla stampa. A lanciare un duro avvertimento al regime iraniano è stato ieri anche il primo ministro Tony Blair, che dal primo luglio sarà presidente dellUnione europea: il neoeletto presidente dellIran «farebbe un grave errore se pensasse che saremo morbidi sul nucleare». La Gran Bretagna, insomma, lo ha ribadito a chiare lettere: Londra «si aspetta che lIran ottemperi agli impegni presi a Parigi in merito alle proprie attività nucleari».
Sullo stesso tema - ossia il rispetto dellintesa firmata a novembre del 2004 nella capitale francese per la sospensione dellattività di arricchimento delluranio - battono anche le diplomazie di Francia e Germania. «Spero che il calendario dei negoziati non venga modificato - ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Philippe Douste-Blazy. Un accordo è assolutamente necessario e speriamo sia possibile». Da Washington, il cancelliere tedesco Gerhard Schröder, ha ricordato che gli europei sono pronti a fare allIran unofferta «coraggiosa», che contempli luso del nucleare per scopi pacifici, «sebbene a qualcuno questa prospettiva possa non far piacere». Una linea condivisa dal vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, secondo cui luso dellenergia nucleare per scopi non bellici «è un diritto di qualsiasi Paese libero». «Credo che lIran - ha aggiunto Frattini - possa continuare a confrontarsi su questo con lEuropa».
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