Mondo

Bush: «Guerra e idee per battere i terroristi»

Nel discorso il ricordo degli italiani uccisi a Sharm el Sheikh

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

Aiutare chi ne ha bisogno e continuare senza quartiere la guerra al terrorismo. Parlando a 160 tra presidenti, re e primi ministri, il capo di Stato americano George Bush ha invitato i Paesi membri dell'Onu a collaborare con gli Stati Uniti per «portare la democrazia e la libertà» in Irak e nel resto del mondo, rafforzare l'Onu e rimuovere le barriere al libero commercio.
«Sconfiggeremo i terroristi sul campo di battaglia e nella battaglia delle idee», ha detto il presidente Usa all’apertura del vertice straordinario che andrà avanti fino a venerdì. «I terroristi devono sapere che non potranno sfuggire alla giustizia. Dobbiamo mandare un messaggio molto chiaro ai regimi che sponsorizzano il terrorismo o cercano di produrre armi di sterminio: non vi sarà consentito di minacciare la pace e la stabilità del mondo». E alla comunità internazionale il capo della Casa Bianca ha lasciato due sole alternative: «Scegliere la strada della speranza combattendo il terrorismo o lasciare la strada aperta alla violenza». La stessa violenza che hanno subìto «gli italiani uccisi in Egitto», ha ricordato Bush offrendo un tributo ai nostri connazionali morti a Sharm el Sheikh e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che parlerà domani al Palazzo di Vetro. Quella strage - ha insistito il presidente - dimostra che «la lezione è chiara. Nessuno è al sicuro». E tra le armi da usare per sconfiggere il risentimento che alimenta il terrorismo, il presidente Usa ha riconosciuto l’importanza del libero commercio e della lotta alla povertà.
Immancabile nel discorso di Bush anche il riferimento all’emergenza vissuta da New Orleans: «Una grande città americana sta ora cercando di riappropriarsi del proprio futuro». E poi il ringraziamento ai Paesi che hanno offerto assistenza all’America: «Il mondo è migliore e più ricco di speranza quando lavoriamo insieme».
Alla vigilia del vertice è stata approvata la dichiarazione che verrà adottata ufficialmente venerdì dai capi di Stato. Gli obiettivi sono molto più limitati rispetto alla versione proposta dal segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Il documento ribadisce l’intenzione di dimezzare il numero dei poveri e degli analfabeti in tutto il mondo entro il 2015, ma non precisa con quali mezzi. Per arrivare al consenso spesso si è rinunciato alla sostanza. Per esempio viene indicata l'opportunità di costituire un Consiglio dei diritti umani invece della Commissione che si è screditata accogliendo tra i suoi membri regimi che li violano sistematicamente, ma la decisione viene rinviata all'Assemblea generale. È stato cancellato l'intero capitolo sul disarmo e la non proliferazione delle armi di sterminio.
Bush ha colto ieri l’occasione per restituire ad Annan la frecciata che il segretario generale Kofi Annan gli aveva lanciato in riferimento al ritardo nei soccorsi per gli alluvionati di New Orleans («Abbiamo visto che nemmeno i più forti possono fare da soli»). «Le Nazioni Unite - ha affermato il presidente Usa - devono applicare a se stesse gli stessi standard che esigono dagli altri». Mentre parlava Bush qualcuno ha creduto di notare un'ombra di disappunto sui volti di alcuni capi di governo. È diffusa la delusione per il mancato appoggio dell’America al trattato di Kyoto e per la decisione di non destinare più denaro all'Africa.

Nel discorso di apertura Kofi Annan ha definito il documento del vertice «un buon inizio che non porterà però a riforme fondamentali».

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