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Bush guiderà di persona l’inchiesta su Katrina

«Non è il momento di giocare a cercare colpevoli», dice il presidente. Ma i Clinton attaccano: «Chiaro a tutti che l’emergenza lo ha sorpreso»

da Washington
«Scopriremo cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato». Con queste parole il presidente Bush ha annunciato martedì mattina l'intenzione di guidare personalmente un'inchiesta per determinare le responsabilità del ritardo nei soccorsi alle vittime dell'uragano Katrina. Bush ha spiegato di voler essere certo che il Paese possa in futuro fare fronte ad altri cataclismi naturali o attentati terroristici con la rapidità necessaria. Il leader Casa Bianca ha inoltre deciso di chiedere al Congresso un ulteriore stanziamento di 40 miliardi di dollari per aiutare le zone colpite dall’uragano.
Dopo aver passato l'intera giornata di lunedì nella zona alluvionata, Bush ha dedicato il martedì ad incontri per decidere altre misure di crisi. Ha incontrato i dirigenti delle associazioni umanitarie e i capigruppi dei due partiti al Congresso. In una riunione straordinaria dei ministri è stato deciso che il vicepresidente Dick Cheney andrà giovedì nella zona alluvionata per accertarsi che le agenzie federali incaricate dei soccorsi svolgano un buon lavoro.
La decisione del presidente di sovrintendere personalmente all'inchiesta è la risposta della Casa Bianca alle valanghe di critiche rivolte al governo e alle agenzie federali. Ma non mancheranno le polemiche. L'opposizione avrebbe voluto un’inchiesta indipendente. La senatrice democratica Hillary Clinton aveva chiesto la nomina di una commissione di saggi come quella che ha condotto l'indagine sull'11 settembre. In una lettera inviata al presidente aveva usato un linguaggio duro: «Diventa sempre più evidente che la nostra nazione non era preparata a far fronte al disastro. La lentezza delle operazioni di soccorso, mentre il numero dei morti aumentava, sembra confermare che non erano state disposte strutture adeguate per intervenire dopo un cataclisma».
Ma il presidente non ammette responsabilità personali e non accetta di essere messo sotto accusa. «La burocrazia - ha affermato - non ci impedirà di fare quello che deve essere fatto per la gente». Ieri pomeriggio, nel corso di una breve conferenza stampa nel giardino delle rose, Bush si è anche impegnato a fare sì che i figli dei 500mila sfollati in 21 Stati della federazione non perdano preziosi giorni di scuola. Per l'intera giornata, su richiesta del presidente, tutti gli edifici federali della capitale e le ambasciate americane all'estero hanno esposto la bandiera a mezz'asta per onorare le vittime dell'uragano.
Bush ha chiesto al pubblico di non puntare il dito accusatore prima che l'inchiesta sia conclusa. «C'è chi vuole giocare a dare colpe - ha sostenuto -. Non abbiamo tempo per questo, abbiamo troppi problemi da risolvere. In futuro potremo scoprire quali errori sono stati commessi. La mia amministrazione non avrà tregua fino a che ogni vita sarà stata salvata ed ogni famiglia sarà stata riunita».
Ma le critiche non si placano. Oltre a Hillary Clinton ha preso posizione il marito ex presidente, che pure collabora con George Bush padre nella raccolta di aiuti per gli alluvionati. «Il nostro governo - ha detto Bill Clinton alla Cnn - è venuto meno alle aspettative delle vittime. Su questo non c'è dubbio.

Il cento per cento degli americani lo ha capito».

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