Bush: Musharraf rilasci gli arrestati Islamabad: "Elezioni a gennaio"

Pressioni degli Stati Uniti che chiedono la fine dello stato d'emergenza. Il presidente: "Lascio l'uniforme a transizione compiuta"

Bush: Musharraf rilasci gli arrestati 
Islamabad: "Elezioni a gennaio"

Lahore - Gli Stati Uniti intensificano le pressioni diplomatiche sul presidente Parvez Musharraf perché ci sia un ritorno alla normalità, in Pakistan. Il predìsidente Bush chiede la fine dello sttato d'emergenza e il rilascio degli oppositori, la Rice che il voto si tenga regolarmente, senza rinvii. E Islamabad si affretta a confermare: elezioni a gennaio. Mentre prende posizione anche Benazir Bhutto che ha chiesto l’immediata scarcerazione degli avvocati, giudici, giornalisti e oppositori politici finiti in manette. "Condanniamo con forza la violenza, questa forza e brutalità deve essere tenuta lontano dalla nostra società", ha affermato l’ex premier pachistano in una conferenza stampa a Karachi. "Tutti i prigionieri politici devono essere rilasciati", ha aggiunto.

Musharraf: " La Corte Suprema paralizzava il Paese" Pervez Musharraf cerca di tamponare la crisi e la reazione del mondo occidentale e ha chiesto ai diplomatici stranieri accreditati in Pakistan di "comprendere la situazione" che lo ha portato a proclamare lo stato d’emergenza "per stabilizzare la situazione nel Paese". Una decisione, ha spiegato il presidente e capo delle forze armate, dovuta ad "alcune decisioni del sistema giudiziario superiore che hanno creato una disfunzione nei pilastri vitali dello Stato" e portato a una "situazione inaccettabile", anche per "gli ostacoli posti alla lotta contro i terroristi". "Sono determinato ad attuare pienamente questa terza fase della transizione - ha detto Musharraf - e ad abbandonare la mia uniforme, una volta che avremo raddrizzato questi pilastri nella magistratura, nell'esecutivo e nel Parlamento".

Avvocati in piazza: picchiati dalla polizia Intanto la tensione nel Paese resta altissima. Oggi sono scesi in piazza anche gli avvocati, in diverse città mentre proseguono senza sosta gli arresti contro gli oppositori del regime che protestano contro lo stato d’emergenza imposto sabato scorso dal presidente Pervez Musharraf. Sono ormai più di 2.000 le persone fermate nelle ultime 48 ore. Centinaia di arresti sono avvenuti nella notte tra i seguaci del principale partito islamico dell’opposizione, lo Jamaat-e-Islami, nelle province del Punjab di Sindh. La manifestazione più importante degli avvocati in sciopero si è svolta a Karachi, dove 110 persone sono state arrestate, 17 ferite e la polizia ha usato i manganelli e i gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che avevano tentato di entrare con la forza nella sede del Tribunale Superiore provinciale. A Rawalpindi, la città quartier generale dell’esercito, almeno 37 avvocati sono stati arrestati. A Lahore, numerosi avvocati sono rimasti feriti mentre manifestavano attorno alla storica sede del tribunale: le immagini televisive hanno mostrato decine di avvocati, in giacca e cravatta, alcuni dei quali feriti, spinti a forza nei furgoni della polizia. Gli arresti odierni si sommano ai 400-500 già avvenuti domenica, come «misura preventiva» contro oppositori e avvocati anti-Musharraf.

Arrestato il leader della Jamàa al Islamiya Sempre a Lahore, capoluogo del Punjab, c' tensione dopo all’arresto del leader della Jamàa al Islamiya, Qadi Hussein Ahmad. Secondo quanto riferisce l’inviato della tv araba al-Jazeera, la sicurezza pakistana ha notificato al leader politico islamico il decreto che lo costringe per i prossimi 90 giorni agli arresti domiciliari nella sua abitazione che si trova nella zona al-Mansura. Subito centinaia di militanti del più importante partito islamico del paese hanno iniziato a recarsi presso la sua abitazione per protestare contro questo provvedimento.

La Rice: "Masharraf lasci la divisa, si deve votare" Il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, ha sollecitato il presidente Musharraf a rispettare il suo impegno a favore del processo di democratizzazione del paese, lasciando la guida delle forze armate. La Rice ha dichiarato in una conferenza stampa a Ramallah che Musharraf dovrebbe "togliersi l' uniforme". "Voglio essere molto chiara - ha detto - noi riteniamo che il cammino migliore per il Pakistan sia quello di riprendere velocemente un cammino costituzionale e quindi tenere le elezioni".

Il premier Aziz: "Elezioni a gennaio" Le elezioni in Pakistan si terranno alla data prevista. Lo ha assicurato il premier pachistano, Shaukat Aziz, cercando di rassicurare Washington e la Rice che su questo punto è intervenuta con fermezza e decisione, mentre lo stato d’emergenza aveva fatto temere un rinvio. E il procuratore generale Abdul Jabar Sabet ha annunciato che il Parlamento sarà sciolto il 15 novembre ed entro 60 giorni si terranno le elezioni.

Bush: Musharraf revochi lo stato d'emergenza Mentre il governo pachistano conferma che le elezioni si svolgeranno regolarmente, la Casa Bianca esorta Musharraf a revocare lo stato d’emergenza e a liberare le centinaia di oppositori arrestati. La portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, ha detto ai giornalisti che l’amministrazione americana è "profondamente turbata" dallo stato d’emergenza imposto sabato da Musharraf. "Non possiamo appoggiare l’imposizione dello stato d’emergenza nè misure estreme consentite in questo regime", ha affermato la portavoce, "tali iniziative non sono nell’interesse del Pakistan e danneggiano i progressi fatti finora sulla strada della democrazia". E ha aggiunto: "Il presidente (Bush) e i suoi consiglieri...

in questo momento stanno sollecitando un rapido ritorno alla normalità, il ripristino della libertà di stampa e il rilascio dei detenuti". Allo stesso tempo "il presidente sta continuando a esortare alla calma tutte le parti interessate".

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