
Gentile Direttore Feltri,
si parla tanto dei cosiddetti «volenterosi», tra i quali spiccherebbe Macron, oltre che il premier britannico Starmer. Mi chiedo perché attribuire tale aggettivo a soggetti che non hanno ad oggi compiuto nulla di buono per favorire la pace.
Lei cosa ne pensa?
Alessandro Romano
Caro Alessandro,
con il termine «volenterosi» si indicano quei Paesi, o primi ministri, che ritengono di essere scesi in campo a sostegno della Ucraina, Nazione aggredita, contro l'aggressore, la Russia. Ufficialmente la «coalizione dei volenterosi» è stata costituita lo scorso 17 febbraio, a Parigi, su iniziativa di Emmanuel Macron e Keir Starmer.
I volenterosi dovrebbero favorire la pace, ossia l'avvio di un dialogo tra le due parti coinvolte nel conflitto, eppure sembra che non facciano altro che fomentare la conflittualità, mediante dichiarazioni, comportamenti, intenti proclamati e proposte politico-militari, come quella di mandare truppe al fronte contro Mosca, che hanno sollevato l'asticella della tensione, peraltro in un momento delicato in cui, attraverso l'intervento del presidente americano Donald Trump, uno scambio tra Zelensky e Putin, quantunque ancora non diretto, è sembrato possibile. Trovo più volenteroso Trump di Macron, che insiste con questa idea dell'esercito europeo da spedire in Ucraina. E trovo assolutamente più volenterosa la nostra premier Giorgia Meloni, la quale ha fatto benissimo a smarcarsi da certe posizioni pericolose e nocive, quelle di un presidente francese che non si rassegna al dato di fatto: è divenuto marginale sullo scenario mondiale, non gode di sostegno interno e neppure di prestigio a livello internazionale. Meloni ha mostrato ancora una volta il suo coraggio e ha affermato la dignità dell'Italia, che non si adegua e non rincorre la maggioranza per mera comodità, bensì opera quello che reputa opportuno e corretto. È l'atteggiamento di una super potenza. La presidente del Consiglio ha ribadito a chiare lettere, al termine dell'ultimo summit dei volenterosi, tenutosi qualche giorno addietro, a Tirana, al quale ella per coerenza ha deciso di non partecipare, di essere contraria al disegno macroniano che vuole l'invio di militari contro Putin. Questa sua fermezza mi ha impressionato, nonostante ormai conosca le doti politiche e la forza di questa donna.
«Non partecipiamo a formati che non condividiamo nel merito», ha affermato Meloni, specificando con le parole al mondo intero quello che già aveva espresso con la sua assenza, ossia con i fatti: l'Italia è contraria a una estensione della guerra, che avverrebbe senza ombra di dubbio, qualora i nostri soldati entrassero in territorio ucraino.
Si dice che l'Italia sia isolata e che sarà esclusa dalle trattative di pace, allorché ci saranno, come se i negoziati li gestissero i volenterosi. È semmai l'esatto contrario. A gestire e agevolare dialogo e colloqui tra Russia e Ucraina non sono mica i volenterosi, le cui riunioni sono inutili quando va bene e dannose quando va male, sono piuttosto la Turchia e gli Usa, che con i volenterosi non hanno proprio nulla a che fare.
Brava, Giorgia. Continua così.
E ti comprendo: ci sono modi più produttivi di adoperare il proprio tempo che non stare al tavolo con Macron a giocare a battaglie navali.
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