Alberto Pasolini Zanelli
da Washington
«Era un pezzo che non si vedeva tanto buon umore in giro per la Casa Bianca». Questa impressione di un vecchio frequentatore esprime latmosfera, il sollievo e la speranza che hanno fatto la loro ricomparsa nellentourage di George Bush dopo mesi e mesi di brutte notizie e frustrazioni. «Giustizia è fatta». Lapidario, prevedibile, sinceramente entusiasta il primo commento di George Bush sulla eliminazione di Abu Musad Al Zarqawi, polverizzato da una bomba di cento quintali sganciata da un aereo americano sulla sua «casetta sicura» a poco più di trenta chilometri da Bagdad.
Il presidente ha confermato la notizia nel «Giardino delle Rose» poco dopo che non solo il Pentagono ma anche lemittente clandestina di Al Qaida avevano confermato la morte del terrorista più odiato e temuto di tutto lIrak. «Questuomo - ha detto Bush - è andato incontro alla fine che si meritava. Adesso non ucciderà più. Lideologia del terrore ha perduto uno dei suoi capi più visibili e più aggressivi». Subito dopo il leader Usa ha messo le mani avanti, avanzando una previsione: «La guerra non è finita, dobbiamo aspettarci altro terrore e altre violenze settarie. Abbiamo davanti a noi giorni difficili, che richiederanno al popolo americano di continuare ad avere pazienza». Una cautela sottolineata subito dopo: «La missione in Irak continua. Era difficile ed era necessaria. Possiamo aspettare che i terroristi e gli insorti vadano avanti anche senza Zarqawi». Anche il Pentagono dice di aspettarsi un «nuovo picco di violenze» come reazione alleliminazione di Zarqawi. Il governo americano si sforza di non ricadere nellerrore compiuto tre anni fa subito dopo larresto di Saddam Hussein, che fu presentato come una svolta decisiva e l«inizio della fine» del fronte terroristico; ciò che evidentemente non accadde.
Ma ad ogni modo questa per Bush è davvero una buona notizia ed egli si è subito impegnato per trarne il maggior vantaggio politico possibile e per distribuirlo anche fra i suoi alleati. Una delle sue prime telefonate è stata quella al primo ministro iracheno Nuri Al Maliki, con le congratulazioni per la parte che le forze armate di Bagdad hanno avuto nelloperazione.
Anche il premier britannico Tony Blair ha parlato di «un colpo contro Al Qaida a livello mondiale».
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