C’è anche un iracheno tra i 23 nuovi cardinali

È il patriarca caldeo. Nominati anche Bagnasco e Comastri

C’è anche un iracheno tra i 23 nuovi cardinali

da Roma

Il Papa ha annunciato per il 24 novembre il concistoro per creare 23 nuovi cardinali (18 sotto gli ottant’anni, votanti in un eventuale conclave più cinque ultraottantenni), concedendo la porpora all’iracheno Emmanuel Delly, ottantenne patriarca di Babilonia dei Caldei. Un segno di attenzione per la Chiesa irachena che vive uno dei momenti più difficili della sua storia. I cristiani in quel Paese vivono infatti stretti nella morsa del crescente fondamentalismo, soffrono per l’insicurezza del Paese dove regna il caos e devono spesso emigrare.
Confermate le due indiscrezioni del Giornale: nella lista non c’è l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, e il Papa aveva intenzione di annunciare anche il nome del vescovo polacco 93enne Ignacy Ludwik Jez, che aveva trascorso tre anni nel lager di Dachau, ma che è morto l’altroieri a Roma dove si trovava per un pellegrinaggio.
Gli italiani sono sei: i tre curiali Giovanni Lajolo (Governatorato), Angelo Comastri (arciprete di San Pietro), Raffaele Farina (Bibliotecario); il residenziale Angelo Bagnasco (Genova, presidente della Cei) e i due ultraottantenni Giovanni Coppa (ex nunzio in Slovacchia) e Umberto Betti (già rettore della Lateranense e non vescovo). Gli altri curiali sono l’argentino Leonardo Sandri (Chiese Orientali), l’americano John Patrick Foley (Ordine del Santo Sepolcro), il polacco Stanislaw Rylko (Consiglio per i laici), il tedesco Paul Jozef Cordes (Cor Unum). La Spagna ottiene tre porporati: Lluis Sistach (Barcellona), l’arcivescovo di Valencia, Agustín García-Gasco y Vicente e l’ultraottantenne gesuita padre Urbano Navarrete, già rettore della Gregoriana. Per l’Irlanda Benedetto XVI ha scelto l’arcivescovo Sean Brady di Armagh. Berretta rossa per il francese André Vingt-Trois (Parigi), il brasiliano Odilio Scherer (San Paolo), il messicano Francisco Robles Ortega (Monterrey), l’indiano Oswal Gracias (Bombay), lo statunitense Daniel Nicholas Di Nardo (Galveston-Huston). Due gli africani: Raphael Ndingi Mwana’ a Nzeki (Nairobi) e l’arcivescovo di Dakar Théodore-Adrien Sarr. Sarà cardinale anche l’argentino ultraottantenne Esteban Karlic, arcivescovo emerito di Paraná.
Annunciando l’elenco, il Papa ieri in piazza San Pietro ha premesso di aver derogato di una unità al tetto di 120 porporati elettori stabilito da Paolo VI. Tra di loro oltre a Romeo, non ci sarà il nuovo arcivescovo di Varsavia, Kazimierz Nycz.

La novità è rappresentata dalla perdita di una sorta di privilegio goduto dall’Italia per molti decenni: durante gli ultimi pontificati non era mai accaduto che un arcivescovo residenziale di una sede cardinalizia non ottenesse la porpora al primo concistoro utile. Nella ripartizione geografica dei nuovi porporati, va notato che tra i 18 sotto gli 80 anni e dunque votanti ci sono 10 europei, tre latinoamericani, due africani, due statunitensi e un asiatico.

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