C'è chi ricorda Enzo Tortora Ma mr Expo non ci andrà

Alberto Giannoni

Un clamoroso caso di ingiustizia, ma anche una storia di impegno personale e politico per una «giustizia giusta». Oggi sono passati 28 anni dalla morte di Enzo Tortora e a Milano c'è chi lo ricorda. Giornalista, liberale, uomo di spettacolo eclettico e colto, conduttore di programmi tv di largo successo, il milanese Tortora fu vittima di una vicenda surreale: trascinato, da personaggi improbabili in un processo in cui risultò del tutto estraneo alle accuse. Da questo incubo giudiziario scaturì la battaglia sua (e di tanti altri) per una giustizia giusta. «Tutti lo ricordano come vittima della malagiustizia - dicono i Radicali - ma spesso si dimentica essere stato anche protagonista del trionfo referendario sulla responsabilità civile dei magistrati, da parlamentare e presidente del Partito radicale». Insomma, non solo una persona perbene ma un cittadino impegnato in una battaglia di civiltà. «Oggi possiamo dire che chi sbaglia deve pagare e deve valere per tutti - dice il candidato radicale Marco Cappato - La storia dimostra che scelta non è fra la politica corrotta e il giustizialismo. Si può stare dalla parte del rispetto delle regole». Milano ha dedicato a Tortora un largo in centro.

Oggi al monumentale, su iniziativa dei Radicali e con la compagna Francesca Scopelliti, Tortora sarà commemorato. Sono stati invitati tutti i candidati sindaco. E sono annunciati tutti, anche Stefano Parisi, ma non Beppe Sala, che non ha in agenda la cerimonia.

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