Gentili Signori, ho letto con attenzione e sbalordimento le considerazioni del Dott. Griva e del Dott. Granzotto espresse sulle pagine di questo quotidiano lo scorso 8 giugno. Sono una persona abituata al confronto e a ricevere critiche, ma ciò che mi è stato attribuito è talmente lontano dal mio pensiero e dalle mie azioni che mi ha sconcertato. Scendo sul piano pratico: nellallestimento della Reggia di Venaria Reale pressoché lintero seminterrato è dedicato alla storia e alla gloria del casato dei Savoia tra 500 e 800, con grande rilievo alla coraggiosa organizzazione militare (sale 3, 4 e 5) e alle grandi battaglie vinte dallesercito sabaudo (sala 2); inoltre nel piano nobile unintera sala è dedicata allassedio e alla vittoria delle truppe piemontesi nella battaglia del 1706. E ancora: nel mio precedente incarico presso la Regione Piemonte sono stato promotore della mostra «Col ferro e col fuoco» tenutasi anni fa presso il Museo di Artiglieria: in passato per lo stesso Museo mi sono adoperato perché potesse avere la stessa dignità delle altre importanti realtà museali torinesi e nazionali, ricoprendo la posizione che meritava e continua a meritare nel panorama culturale. Ritengo che il medesimo discorso valga per il Museo del Risorgimento di Torino (che aprirà nuovamente i battenti nel 2011) e il Museo storico dellArma di Cavalleria di Pinerolo, musei questi che ho sempre cercato di sostenere e appoggiare. Ho mantenuto un affettuoso e intenso rapporto con il Generale Amoretti, con il quale siamo sempre stati legati da reciproca stima e amicizia, e ho sempre tenuto vivo il rapporto con le Associazioni che difendono la storia e la tradizione militare piemontese e italiana. Sul piano del pensiero, la mia formazione politologica (ho studiato e successivamente insegnato sociologia politica) deriva dalla lettura e dagli scritti di Hobbes, Hegel, Von Clausewitz, Carlo Marx, Carl Schmitt, fino ad arrivare ai pensatori contemporanei come Bobbio: tutti autori che non si possono certo definire teorici della passività militare e che anzi nei loro studi hanno esplorato e approfondito il tema della forza come strumento della politica. Conseguentemente, per quanto ami la pace, trovo il pacifismo una posizione imbarazzante e ottusa. Infine non credo di poter essere tacciato di non amare la cultura occidentale: mi sento intrinsecamente legato alla tradizione greco-romana, al pensiero cristiano e alla storia del pensiero occidentale, dallempirismo inglese allilluminismo, fino alle moderne teorie liberali e democratiche.
Tutto ciò non implica che io non trovi ragionevole che una persona lavori nel rispetto della legalità e in modo sereno alla biglietteria della Reggia di Venaria, rispettando la sua volontà di indossare il velo, a condizione ovviamente di lasciare scoperto il volto, e tutto ciò non mi esime nel mio ruolo di Vicepresidente Esecutivo del 2011 di dover comunicare la decisione assunta allunanimità dal Consiglio damministrazione del Comitato 2011 di non finanziare una mostra proposta da unassociazione. RingraziandoLa per lattenzione, La saluto cordialmente.Alberto Vanelli
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