Giuseppe De Bellis
da Milano
Cè ghiaccio nel sottosuolo di Marte. Cè ed è in profondità. È questo il fatto nuovo: lacqua sul Pianeta Rosso era stata scoperta, ma non si sapeva che ci fosse anche dentro, nel cuore di un pianeta che fino a pochi anni fa era completamente sconosciuto. Quellacqua diventata ghiaccio è stata individuata dal radar italiano Marsis, lo strumento che si trova a bordo della sonda Mars Express dellAgenzia Spaziale Europea.
La scoperta italiana ridisegna la storia di Marte come un pianeta che in un tempo lontanissimo è stato ricco di acqua allo stato liquido, solcato da fiumi e ricco di oceani e laghi. Gli strati di ghiaccio trovati sono formati da acqua quasi pura (solo un 2 per cento di impurità); poco più sotto si trova uno strato di sabbia, «cementata» dal ghiaccio soprastante, ad una temperatura di 240 gradi kelvin (33 gradi sotto zero).
Il Marsis («Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere
Sounding») è stato realizzato dallUniversità di Roma con lo scopo di scandagliare il sottosuolo di Marte alla ricerca di eventuali sacche di acqua: la scarsa pressione e la bassa temperatura in superficie hanno infatti portato allevaporazione degli oceani un tempo esistenti sul pianeta, permettendo a Marte di conservare solo delle calotte polari. Quel che gli scienziati vogliono appurare è se gli oceani - che hanno lasciato prove geologiche della loro presenza nel passato - siano durati per un tempo sufficientemente lungo da poter permettervi lo sviluppo di forme di vita, sebbene di tipo unicellulare; forme che potrebbero essere sopravvissute in profondità, dove pressione e temperatura sono sufficienti a permettere la formazione di acqua allo stato liquido.
«Nel sottosuolo di Marte esistono cose inimmaginabili», dice Marcello Coradini, responsabile dellAgenzia Spaziale Europea (Esa) per lesplorazione del Sistema Solare, commentando lannuncio fatto ieri a Parigi dai responsabili del radar Marsis e dello spettrometro Omega, entrambi a bordo del satellite dellEsa Mars Express. Sicuramente, ha detto ancora, i dati presentati ieri dimostrano che «il radar funziona perfettamente, può vedere con precisione le strutture presenti sotto la superficie» e in corrispondenza della calotta polare ha individuato dei crateri con presenza di ghiaccio, a 700 metri di profondità. Nonostante la presenza di ghiaccio sia un ottimo indizio, secondo il responsabile del radar Marsis, Giovanni Picardi, delluniversità di Roma La Sapienza, «è ancora presto per parlare di acqua allo stato liquido nel sottosuolo del pianeta».
Per saperne di più bisognerà aspettare i prossimi mesi, quando il radar potrà riprendere a catturare dati dal pianeta rosso. Marsis riesce infatti a lavorare con la massima efficienza soltanto quando il pianeta è al buio, una condizione di eclisse che tornerà a verificarsi tra poco, a partire da dicembre e per tutto gennaio e febbraio. «Sapremo qualcosa di più sullacqua in primavera», ha detto Jeffrey Plaut, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, responsabile del Marsis insieme a Picardi. «Ci ritroveremo con una sorpresa al giorno», ha osservato Coradini.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.