C’è un’Italia dai pugni d’oro Cammarelle e Russo mondiali

Trionfo azzurro tra i dilettanti: oltre ai titoli dei supermassimi e dei massimi, un argento e un bronzo. E ora si punta su Pechino

da Chicago


L’Italia che non ti aspetti. È quella dei giganti che hanno trionfato inaspettatamente sul ring di Chicago ai mondiali di boxe dei dilettanti. L’Italia che non ti aspetti è quella di un settore che da tempo era finito tra le cenerentole dello sport azzurro, incapace di staccarsi dai fantasmi del passato, da una storia che è stata grande, grandissima ma che rischiava di soffocare il presente con tanti paragoni ingombranti a fronte di una certa crisi di vocazioni.
Il trionfo italiano di Chicago, inoltre, arriva proprio nelle categorie più pesanti: con Clemente Russo nei massimi e con Roberto Cammarelle nei supermassimi. Due ori accompagnati sul podio dall’argento di Domenico Valentino nei pesi leggeri e il bronzo di Vincenzo Picardi nei mosca. Ma i due ori azzurri di Chicago fanno veramente notizia perché l’Italia non conquistava un titolo addirittura dal 1991 con Tommaso Russo, a Sydney, nei pesi medi. Mentre il mondiale nelle due categorie maggiori non l’avevamo mai vinto e a livello olimpico bisogna risalire all’oro di Franco De Piccoli a Roma nel ’60. Clemente Russo sale su un trono dominato da sempre dai russi e soprattutto dai cubani (con Felix Savon dominatore incontrastato per sei edizioni consecutive) e questa volta i cubani, non bisogna nasconderlo, non erano presenti. Ma i russi c’erano e gli azzurri hanno fatto meglio anche degli americani padroni di casa.
L’Italia che esce da Chicago è dunque una nazionale che marcia spedita verso le Olimpiadi di Pechino e verso i prossimi mondiali che organizzeremo proprio in casa, a Milano, tra due anni: Clemente Russo ha conquistato il suo titolo battendo il russo Chakhkeiv, Roberto Cammarelle ha invece liquidato l’ucraino Glazkov, due giganti dell’Est che non hanno messo in difficoltà i nostri pugili, guidati sapientemente dall’angolo da Francesco Damiani, che fu argento ai mondiali dilettanti nell’82 e alle Olimpiadi dell’84 nei supermassimi sempre stoppato da Tyrell Biggs.
Quello di Russo, soprattutto, è stato un match in crescendo: «Sarei spaccone a dire che mi aspettavo la vittoria - confessa il neocampione - ma sapevo che ce l’avrei messa tutta e che avevo i numeri per vincere. La nostra boxe è a buon punto. Ora dobbiamo guardare alle Olimpiadi». Grande festa per l’esito dell’incontro a Marcianise, in provincia di Caserta, patria di Russo e paese di grandi tradizioni pugilistiche. Da lì venivano anche Tommaso Russo, l’ultimo campione iridato prima di Clemente, e Domenico Valentino, ieri a Chicago argento nei leggeri.
«Russo è stato un autentico spettacolo - dice il ct Damiani - al punto che ha fatto alzare in piedi, per applaudirlo, i ventimila spettatori di queste finali.

Cammarelle ha trovato un avversario che lo ha impegnato a fondo, ma ha saputo venirne a capo dimostrando carattere e bravura. Le Olimpiadi non sono mai facili, ma sono ottimista. Certo va tenuto conto che qui a Chicago mancava Cuba, ma sono certo che ci faremo valere anche a Pechino».

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