C’è tanta voglia di vincere E di partecipare alle scelte

C’è tanta voglia di vincere E di partecipare alle scelte

(...) Soprattutto, sono temi in cui non risparmiate nulla. E su cui scrivete interventi che se ne fregano (il termine tecnico forse non è raffinatissimo, ma è quello che rende meglio l’idea) del politicamente corretto e danno il polso di cosa pensano lettori ed elettori.
A volte, parlando con gli esponenti dei partiti - senza soluzione di continuità dal Pdl al Pd - sembra di avere a che fare con gente che viene da Marte. Parlano in politichese, ma soprattutto (ed è molto, ma molto più grave) pensano in politichese. Ragionando con l’unico orizzonte dell’avversario interno di partito o della presenza al salottino buono della televisione. Dimenticando che, poi, però, a votare ci vanno i cittadini. A cui non interessa nulla delle beghe di partito e nemmeno dei ragionamenti altissimi, ma che si indignano di fronte alle notizie sui costi della politica e sugli emolumenti di parlamentari e consiglieri regionali. Può essere un discorso demagogico, può essere un discorso sbagliato, ma è così.
Invece, qui al Giornale abbiamo la fortuna di fare un lavoro che ci mette in prima linea e ogni giorno prendiamo decine di telefonate e riceviamo decine di persone. Ognuno con i suoi sfoghi, le sue idee, le sue passioni. Che noi abbiamo il privilegio di raccogliere. E, credetemi, quando qualcuno ti affida una sua passione, è come se ti avesse dato un tesoretto, qualcosa di prezioso perchè tu ne faccia un buon uso. Ecco, credo che più prezioso delle proprie idee e della voglia di condividerle con gli altri, non ci sia nulla. Soprattutto, se si tratta della battaglia per un buon governo in Italia, in Liguria e a Genova.
E così ci si rende conto di avere a che fare con due mondi diversi che, magari, si sfiorano sulle schede e nelle cabine elettorali il giorno delle elezioni, ma che poi parlano lingue diverse e vivono vite diverse. E questo, è un grandissimo problema che troppo spesso la politica sottovaluta.
Soprattutto, leggendo la raffica di lettere che continuano ad essere sputate dal fax, dalla mail, dal postino, balza subito all’occhio una cosa. E cioè che vanno in direzione diametralmente opposta ai sondaggi televisivi di Sky che decretano un trionfo delle idee di Fini. E, a parte il fatto che, chiaramente e dichiaratamente i sondaggi interattivi non hanno alcun valore scientifico, c’è anche un dubbio: una nostra gentilissima lettrice, ad esempio, ci ha chiamato per segnalare che se lei schiacciava il pulsante per votare Berlusconi, la macchinetta non funzionava. Se, per gioco, cliccava Fini ci trovavamo di fronte a un prodigio della tecnica. Ora, da qui a ipotizzare un sabotaggio ce ne passa. Però, fa riflettere su questi sondaggi.
Le lettere che ci scrivete e da cui siamo sommersi, dicono anche l’esatto contrario degli interventi pubblicati da Repubblica o, per restare in ambito ligure, dal Secolo XIX. Leggendo altri giornali, ad esempio, pare che non si possa avere altro leader all’infuori di Fini. Peccato che, molte, poi, siano firmate dagli stessi (alcuni ospiti fissi delle pagine delle lettere) che generalmente scaldano i cuori per Di Pietro o De Magistris e già ritengono D’Alema un mollaccione dal cuore di panna.
Insomma, Fini piace a chi non lo vota e non piace a chi lo vota. Il che, per un politico, non è propriamente il massimo.
Per quanto riguarda Genova, invece, dalle lettere emerge la voglia, a volte anche prepotente, di poter dire qualcosa, di non essere esclusi dalle scelte, di cominciare ad avere voce in capitolo nella scelta del candidato sindaco, magari con elezioni primarie.

Senza escludere l’ipotesi che possa correre un leghista: solo l’altro giorno, ad esempio, tre lettori mi hanno chiamato caldeggiando questa ipotesi, anche nel ricordo dello straordinario risultato di Sergio Castellaneta, l’uomo che è andato più vicino di tutti all’impresa di scalzare la sinistra da Tursi.
Da tutti gli interventi, soprattutto, emerge la voglia di vincere. Non siamo soli, non siete soli.

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