C'è una vIBRAzione che scuote il Milan

Segna solo Zlatan. I rossoneri fanno festa per il campione che trascina, ma s’interrogano sulla dipendenza Le parole di Seedorf nel ritorno da Amsterdam: «Rischiamo di diventare come l’Inter: troppi lanci lunghi»

La chiamano vIBRAzione Milan ed è facile intuire il giochino a incastro. Se infatti, come cantò la curva interista ai tempi di Ganz, «el segn’ semper lu’», il Milan va avanti solo e soltanto con i gol di Zlatan Ibrahimovic, la vicenda può rappresentare una polizza sul futuro di Allegri e anche qualche preoccupazione. Specie poi se le parole spese da Clarence Seedorf, nel viaggio di ritorno da Amsterdam alla Malpensa, fanno il giro dei siti e delle tv e rilanciano lo scenario di probabili, future difficoltà legate alla perdita di identità tecnica («troppi lanci lunghi, finiamo come l’Inter») milanista sull’altare del talento e dell’abilità balistica dello svedese, unico sbocco offensivo. Vero, verissimo anche perché nel frattempo c’è da recuperare ancora Pato (prossimo a rientrare tra i ranghi) e Robinho deve mettere a punto la sua forma fisica, trascurata durante l’estate.
Il Milan gongola ma anche Ibra è un uomo felice, realizzato da questo primo mese in rossonero. «Abbiamo avuto una buona dose di sfortuna», scrive sulla sua pagina Twitter, ribadendo: «Sono felice del mio inizio». Un mantra. «Lo vedo felice, da quando ha vestito la casacca milanista è tornato contento e questo stato d’animo è fondamentale per un calciatore. Non è ancora al top. Al contrario di quello che scrivono in Italia, a Barcellona ha fatto bene, gli mancava la felicità» il parere tecnico-psicologico di Mino Raiola, il suo agente, che lo sente almeno due volte al giorno e ne registra gli umori oltre che il bollettino sulla salute, messa in discussione da qualche sintomo denunciato martedì sera all’Amsterdam Arena (affaticamento all’adduttore). Quando sembrava vicino alla sostituzione con Inzaghi è riuscito a vincere il duello con uno dei due lancieri e a servire l’assist per Boateng. Di stanchezza si tratta e nel giro di qualche giorno può essere superata: a Parma la sua presenza in campo è scontata, al fianco di Ronaldinho, rimasto fuori in Champions, non di Pato destinato alla panchina per una ripresa dell’attività graduale.
La chiamano vIBRAzione Milan i tifosi e i suoi sodali, le statistiche lo confermano (5 gol in 6 partite) mentre segnalano la dipendenza netta dallo svedese e da Inzaghi (6 gol in 6 partite il fatturato dei due) che non pare preoccupare affatto Allegri e neanche Galliani, soddisfatto dalla resa di Robinho a dispetto degli errori di mira, suoi e anche di Boateng, decisivi entrambi ai fini del risultato. Anche perché nel frattempo Ibrahimovic parla un linguaggio molto schietto e non si disperde nei ghirigori dei suoi colleghi. «A me piace giocare in attacco, mi trovo bene con tutti i moduli. Voglio vincere qualcosa, sto facendo del mio meglio e i compagni mi aiutano. Delizioso l’assist di Clarence» la prima parte del suo intervento a Mediaset premium prima di avvertire sulla necessità di migliorare intese singole e collettive. «Io, Robinho e Boateng siamo in squadra da poco, ci vuole tempo» è la sua convinzione cementata da altre esperienze dello stesso tipo vissute durante i traslochi della sua carriera.

Chissà se han parlato della vIBRAzione Milan Galliani e Moratti, ieri pomeriggio presenti allo stadio San Siro per discutere con alcuni assessori sui prossimi lavori di ampiamento e miglioramento da realizzare nello stadio.

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