Cabrera, il campione affidabile venuto a Tolcinasco per vincere

L’argentino è tonico nel morale e nel fisico dopo l’ottavo posto al Master di Augusta

Gabriele Villa

da Tolcinasco (Milano)

Anziché chiedersi banalmente chi vincerà l'Open d'Italia di Golf, forse faremmo meglio tutti a porci un'altra domanda. Molto più concreta. Affideremmo i nostri risparmi ad un tipo come Angel Cabrera? Oltre la metà dei giocatori del tour, che gli stanno fianco a fianco, dalla mattina alla sera, in ogni angolo del mondo, ha già risposto. E ha risposto sì. Un sì convinto. Come dire: Cabrera Angel è meglio degli eurobond, come investimento. Eppure, l'uomo è argentino. Cioè è nato, è cresciuto, e ha frequentato gli stessi luoghi da cui sono partiti quei famigerati buoni del tesoro che hanno mandato in frantumi i salvadanai e svuotato le tasche di migliaia di persone. Poco importa. Perché fra Angel Cabrera e quei buoni del tesoro c'è una sostanziale differenza: l'affidabilità. In altre parole, anche senza farsi commuovere troppo dal suo celestiale nome di battesimo, ci sono un sacco di buone ragioni per dar credito ad un tipo come lui. Puntuale, metodico, al limite del perfezionismo, Angel Cabrera sa dove vuole arrivare e quando deve arrivare. Esattamente come una cedola di rendimento. Sarà un caso, ma tra i suoi sponsor c'è la Cma, Capital Markets Argentina, società leader di brokeraggio e private banking. E se non si fidano loro di lui, dandogli dei quattrini, chi mai dovrebbe fidarsi? È vero che potrebbe deporre a suo sfavore qualche foto goliardica che circola sui siti Internet di lui che prepara l'asado al barbecue in compagnia dell'amico e maestro Eduardo Romero a Villa Allende, e di lui che, disinvoltamente calato nel ruolo di barman, serve (naturalmente in un party organizzato dopo la gara) bicchierozzi di whisky a Michael Campbell in Australia, al Johnnie Walker Classic. Ma questi episodi non scalfiscono affatto la sua immagine. Anzi lo fanno sembrare ancor più solido, concreto.
È molto probabile che Angel Cabrera sia venuto a Tolcinasco con l'intenzione di vincere. Gli interpreti della cabala, i guardoni della sfera di cristallo e i soliti noti e meno noti lo danno tra i favoriti, o meglio come il favorito. Ma non è questo il punto, il punto non è se vincerà o no, come accennavo all'inizio. Il nocciolo del discorso è che l'Angel di Cordoba è volato a Milano non solo per onorare gli impegni presi con la Federgolf e la Pga, ma anche per mantenerli. È questa l'unica affidabilità che fa rima con professionalità. Due vocaboli che, anche sul green più immacolato, oggi somigliano sempre di più a quelle corazzate in disarmo nei cantieri che suscitano tenerezza, rabbia e fanno anche un po' di pena. A sostegno di questa tesi, cioè della sua volontà di dar spettacolo, possibilmente in tutti e quattro i giorni di gara dell'Open d'Italia numero 63, c'è un particolare di non poco conto: Angel Cabrera è giunto a Tolcinasco in good heart, come dicono gli inglesi. In buona sostanza: tonico nel morale e nella forma fisica, grazie al pieno di adrenalina positiva che ha fatto al Master di Augusta, il torneo dei tornei, dove ha diviso e condiviso l'ottava posizione (che gli ha fruttato 173mila euro) con quell'altro tipetto di Vijay Singh.
E, sempre a proposito del nostro uomo, va detto, a suo ulteriore credito, che egli è un po' come la Settimana Enigmistica. Cioè vanta il maggior numero di imitazioni nel grande Circo Verde del golf internazionale. Mi spiego meglio: oltre a lui medesimo, ci sono in circolazione sui courses dei vari tornei altri tredici Cabrera, di cui tre sono dilettanti, di cui due, Federico e Marcelo sono argentini come lui, di cui uno si chiama Angel, come lui, ma è spagnolo. Detto questo preferirei non aggiungere altro, se non sommessamente ricordare, a me per primo, che anche nel golf la pallina è rotonda. E che anche nel golf, come nel calcio, le porte, le buche sembrano allargarsi o restringersi a seconda di chi tira e sotto quale congiunzione astrale si tira.

Ciò per dire e ribadire che, lungo il percorso che si snoda attorno al Castello di Tolcinasco, nell'arco dei quattro giorni canonici (ogni riferimento scaramantico a Emanuele Canonica è puramente voluto) di gara, potrà accadere tutto e il contrario di tutto. Perfino che vinca non un fuoriclasse dell'affidabilità ma un fortunato, sconosciutissimo improvvisatore, che incontri in questi quattro giorni a venire un particolare stato di grazia.

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