Caccia ai conigli e al commando di animalisti

«Li ho visti entrare. Giovani, sui 20-25 anni, silenziosi e decisi. Sapevano dove andare, tanto che non si sono diretti verso i laboratori nel seminterrato bensì dove vengono ricoverati gli animali, lo stabulario, al quarto e ultimo piano». Testimonianza di un addetto del laboratorio di farmacologia che ricostruisce l’irruzione degli animalisti «senza guanti o altre protezioni ma solo col volto coperto parzialmente con sciarpe, foulard e cappellini» nel palazzo al civico 32 di via Vanvitelli.
Blitz che sarebbe stato attuato da un gruppo vicino ad ambienti anarchici, secondo la Digos: gli animalisti sono entrati da un cancello carraio elettrico, approfittando dell’uscita di alcuni dipendenti del Cnr, hanno spostato l’orientamento di una telecamera con una scopa e, quindi, sono saliti allo stabulario portando via otto cani di razza Beagle, tre golden retriever, dodici conigli e un numero imprecisato di topi e ratti. Poi, sempre seguendo la ricostruzione degli investigatori, il gruppo è sceso dal quarto piano dell’edificio con gli animali ed è uscito da una porta secondaria spezzando una catena. Scena, quest’ultima, vista da molti studenti che non hanno però ben compreso cosa stesse accadendo.
E, intanto, sui tempi di comunicazione dell’emergenza apparsi non proprio tempestivi, la polizia ha precisato di aver saputo solo nella serata di ieri del problema ovvero quasi ventiquattrore dopo il blitz animalista. Continua, naturalmente, la caccia ai tre conigli infettati con vaiolo di origine bovina anche se ora l’autorità sanitaria, lo stesso direttore del dipartimento universitario che stava eseguendo la sperimentazione Michele Carruba e il prefetto Gian Valerio Lombardi tendono a smorzare i toni, sottolineando come il rischio per la salute dell’uomo sia estremamente basso. Si tratta, ricordano le autorità, di animali che rientrano in una ricerca per scoprire un vaccino che possa bloccare l’insorgere del papilloma all’utero. L'agente inoculato nei coniglietti, dovrebbe infatti rimanere attivo per pochi giorni ancora, poi la sua carica virale decadrà. I più esposti, secondo gli esperti, potrebbero essere i nati dopo il 1980, che non hanno fatto la vaccinazione antivaiolosa, in precedenza obbligatoria: «I rischi non sono letali ma gravi - spiega un medico - e variano da una cheratite virale (descritta in letteratura unicamente come malattia professionale degli addetti ai laboratori) a infiammazioni cutanee con esiti cicatriziali». L’appello delle forze dell'ordine è ovviamente quello di non sbarazzarsi degli animali abbandonandoli o mischiandoli con altri, perché l’infezione potrebbe trasmettersi, ma di segnalare il luogo dove si trovano in modo che l'Asl possa recuperarli.
Nel frattempo per rintracciare i conigli i Nas stanno controllando canili e strutture di vario tipo. E, nel frattempo, gli inquirenti stanno cercando di identificare i componenti del commando. Che stranamente per la prima volta non hanno ancora rivendicato l’azione, neppure con una semplice scritta sui muri del laboratorio. Non si esclude, sempre sul fronte delle indagini, che il gruppo animalista abbia ricevuto le informazioni «giuste» da una talpa, cioè da qualcuno all’interno dell'edificio - studente o tecnico - che sia.

Di certo non è la prima volta che il centro di via Vanvitelli è oggetto di attacchi. È accaduto già due mesi e mezzo fa e un’ultima volta il mese scorso. Ma, in quei casi, la «protesta» si era limitata al danneggiamento dell’ingresso.

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