Caccia, Burlando chiede aiuto al centrodestra

Caccia, Burlando chiede aiuto al centrodestra

(...) Marco Boato, pure lui dei Verdi, dev’esser un vizio di partito. A lei poco importava. Ha iniziato a parlare alle 12.17. Alle 18.30 aveva superato se stessa, e cioè il suo record personale, sempre sulla caccia, ovvio. Tre ore dopo aveva raggiunto Almirante. In tarda serata ancora era lì,m presenti i nemici tutti o quasi, di centrodestra e centrosinistra, tranne laMargherita che in massa è andata ad accogliere il leader Francesco Rutelli.
Sperava di prenderli per stanchezza, gli odiatissimi alleati, che, tutti compatti, le avevano appena bocciato la richiesta di un referendum consultivo contro la caccia in deroga. le sarebbe bastato, in fondo, che dalla proposta di legge di Ds e Gente della Liguria togliessero almeno i fringuelli. E invece ha dato loro il tempo di trovare un accordo. Mentre in aula lei parlava, loro fuori dall’aula uscivano da una riunione, mangiavano un piatto di trofie al pesto, bevevano un bicchiere di bianco e rientravano in un’altra riunione. Al centro del dibattito fra la buvette e le salette riservate del consiglio, il rischio che in aula mancasse il numero legale al momento del voto. Perché la proposta di legge di Ds e Gente della Liguria che dà il via libera alla caccia in deroga a storni e fringuelli non piace alla Margherita, non convince Rifondazione comunista, suscita l’indignazione dell’Italia dei valori («Che razza di sport è accanirsi su animali microbi come i fringuelli?» domandava ieri Patrizia Muratore), lascia freddini anche i Comunisti italiani.
Infine ecco la soluzione, dettata in primis da Moreno Veschi il capogruppo dei Ds e dai due esponenti di Gente della Liguria, Luigi Patrone il consigliere regionale ed Emanuele Porcile il segretario: serve l’aiuto dell’opposizione. La quale opposizione ieri non s’è fatta pregare: «Certo che vi garantiamo il numero legale - hanno acconsentito per primi il leghista Francesco Bruzzone e Franco Orsi di Forza Italia -, voi però dovete prorogare i tempi del prelievo venatorio dal 30 novembre al 31 dicembre, altrimenti non ha neppure senso approvarla, ormai, la legge». Concetto ripreso e sottolineato dai cacciatori, che ieri, ancora una volta, si son presentati in massa a seguire la seduta del consiglio regionale: «La legge dice che possiamo prendere 140mila storni. Ma se la stagione sta per finire quando li prendiamo, in una settimana?». Detto fatto, l’accordo dice che il termine è prorogato di un mese. In verità, il centrodestra aveva chiesto anche la valenza biennale, e non annuale, della legge, e il prelievo dei frosoni, l’istituto per la fauna selvatica lo ammette in Liguria per 85mila capi. «Non possiamo accontentarvi su tutto, del resto anche voi non siete messi granché bene, se affossate la nostra legge che figura fate con i cacciatori?» è stata la risposta dei due partiti di centrosinistra. Orsi ironizzava: «E allora stateci voi qui ad ascoltare Morelli fino alle 5 del mattino».
Alla fine però le trattative hanno avuto buon esito. Resta comunque un problema: Morelli ieri ha parlato fino a tarda sera, e va bene. Ma non ha ancora finito. Quando la legge passerà all’esame del consiglio, probabilmente già oggi, lei sfodererà 13 ordini del giorno preliminari con la richiesta di rinviare il testo in commissione, 232 ordini del giorno ordinari contro la normativa, 424 emendamenti.

Ha calcolato che per discuterli tutti ci vorranno 45 ore per gli odg, 43 per gli emendamenti, per un totale di 89 ore. Fanno una settimana di fila oppure sette sedute del consiglio, cioè due mesi. Boia di molla, diceva Almirante.

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