Caccia al cameriere emigrato: eredita una fortuna e non lo sa

Gli spettano 1,5 milioni, ma nessuno ha sue notizie. Vent’anni fa l’uomo, della provincia di Nuoro, si è trasferito in Inghilterra

Daniele Casale

da Nuoro

Scomparso, eppure potenzialmente miliardario (in lire). Da cameriere potrebbe diventare un benestante ereditiero ma sembra sparito nel nulla da vent’anni, quando abbandonò la Sardegna e la sua vita, a Barisardo, nella provincia dell’Ogliastra, per un umile lavoro di lavapiatti nella più promettente Inghilterra. E così Angelo Giuseppe Piroddi, 46 anni, è cercato per mari e monti dall’avvocato che ha preso in consegna il testamento della madre, Anselma Chiai, morta otto anni fa a 66 anni. Per il legale Giancarlo Piroddi, del foro di Lanusei, è diventata una questione di coscienza, quasi di vita o di morte, trovare l’emigrato, perché dopo tutti questi anni di silenzio le mani su quella fortuna, all’incirca un milione e mezzo di euro, potrebbero metterle le sorelle della madre.
Peccato che la donna, quando è venuta a mancare, avesse esplicitamente inserito nel testamento una nota in cui escludeva in modo categorico gli altri familiari dall’eredità, cinque sorelle e la stessa madre.
Nei giorni scorsi, proprio le parenti hanno presentato un’istanza al tribunale di Lanusei in cui chiedono di venire in possesso dei beni della Chiai, in base all’articolo 50 del Codice civile e visto che l’erede designato è scomparso nel nulla. Quasi un morto presunto, anche se nessuno ha finora presentato una denuncia in questo senso.
«In questa famiglia - spiega l’avvocato Piroddi - i rapporti erano pessimi da tempo, tanto che Angelo Giuseppe se ne era andato da Barisardo senza comunicare il suo nuovo indirizzo. Lui odiava le persone che oggi vorrebbero impossessarsi della sua eredità e da 20 anni non torna nell’Isola. La madre nel 1992 aveva fatto numerose ricerche per avere notizie del figlio: scrisse diverse volte alla polizia e al consolato inglese e lui, per tutta risposta, chiese alle autorità e alle istituzioni locali di non essere rintracciato né di far sapere la sua residenza».
L’avvocato racconta un altro particolare non trascurabile: «La madre, quando fece preparare il testamento, chiese che venisse specificato senza possibilità di interpretazione che se l’eredità non fosse andata al figlio, già sparito da diversi anni, non sarebbe mai finita nelle mani delle odiate sorelle, tanto meno della madre».
Qualcuno dice anche, ma questo non è stato verificato, che avrebbe inserito nel documento un’alternativa: l’ereditiera sarebbe la badante che le è stata vicina negli ultimi anni della sua vita.
Ma in cosa consiste l’eredità mai rivendicata? «Non certo in due milioni e mezzo di euro in contanti, come è stato scritto in un giornale locale - spiega ancora il legale - Forse non ammonta neanche alla metà e neanche in soldi liquidi. La fortuna della donna è tutta in una grande casa a Barisardo, dove sono stati ricavati tre appartamenti, e in alcuni terreni edificabili. Tutto qui. La signora Anselma, quando è morta, in contanti ha lasciato poco, circa 25 milioni di lire. Nessuna eredità miliardaria, quindi».
Il problema, però, per l’avvocato Piroddi, che di Angelo Giuseppe ha come unico indizio alcune sue lettere e una foto sbiadita del 1992, rimane, tanto che ha messo a disposizione un indirizzo email (help.angelopiroddi@email.

it) per chiunque avesse informazioni utili: «Ormai per me è una questione di principio, cercherò questa persona anche a mie spese, se dovesse servire. Voglio esaudire la volontà della signora Anselma, è giusto così ed è giusto rispettare fino in fondo le sue volontà».

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